Banche in crisi, un conto salato

Massimo Blasoni – Metro

A quanto ammonta il conto che la crisi del nostro sistema bancario ha presentato ai risparmiatori e agli investitori? Tenetevi forte: oltre 209 miliardi di euro. Il conto è presto fatto. Tre miliardi e 900 milioni è il controvalore complessivo di titoli azionari e obbligazionari subordinati di Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara e Carichieti, andati interamente in fumo nel weekend del 21-22 novembre 2015, in seguito ai provvedimenti di risoluzione emanati dal Governo e da Bankitalia per salvare la parte ‘buona’ di queste quattro banche da anni in stato di crisi. I loro soci si sono così visti letteralmente azzerare il valore dei propri investimenti e senza alcuna chance di recupero poiché sulle nuove banche (che hanno raccolto la parte buona dei vecchi istituti) non possiedono alcun diritto, né patrimoniale né di voto. Gli azionisti di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, poi, in forza del processo di riorganizzazione in atto hanno subìto (o stanno subendo) perdite per complessivi 8,2 miliardi di euro.

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