Oplà, il tesoretto non c’è più

Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano

A Roma, si chiama sòla un personaggio poco affidabile, dedito al raggiro e dunque impegnato a sòlare il prossimo. Di queste sòle il renzismo, quotidiano superspot del Renzi­pensiero, ce ne ha rifilate parecchie: grandiosa quella del piano per l’edilizia scolastica cosa fatta, con i soffitti che continuano a crollare sulla testa dei poveri alunni.

L’ultima della serie riguarda il famoso “tesoretto” che se esistessero gli Oscar delle sòle meriterebbe il premio per gli effetti speciali. Tralasciamo per carità di categoria l’enfasi con cui i giornaloni strombazzarono questo prodigio dei conti pubblici: come se il premier avesse scovato con le sue manine, negli anfratti della Banca d’Italia, un colossale carico di lingotti d’oro, misteriosamente ignorato dai suoi predecessori. Si trattava in realtà di un artificio contabile con cui si sgraffignavano 1,6 miliardi di euro aumentando il defìcit: ma così sono buoni tutti. Invano l’eroico ministro Padoan tentò di frapporsi tra i sogni d’oro e la dura realtà: niente da fare, il tesoretto era lì che aspettava solo di essere distribuito, magari con un’altra mancia elettorale tipo 80 euro. Finché ieri il governo, per non ammettere che il “tesoretto” non è mai esistito, ha comunicato che “sarà congelato”, visto che tra tagli e nuove spese i problemi non mancano.

Come diceva Abramo Lincoln, si possono ingannare tutte le persone una volta, si può ingannare una persona tutte le volte, ma non si potranno mai ingannare tutte le persone tutte le volte.