Quel commercio senza aiuti

Vincenzo Chierchia – Il Sole 24 Ore

Se non riparte la domanda interna, non riparte l’intera Azienda Italia. I dati del Rapporto Coop testimoniano, ancora una volta, la drammatica crisi della capacità di spesa delle famiglie. Ci vuole dunque una scossa forte, urgente, che stimoli investimenti e nuovo lavoro e dia fiducia ai consumatori. Servono ricette nuove. Proviamo a dare incentivi alle promozioni.

Alleggeriamo dunque il fisco su lavoro e imprese, ridiamo fiducia alle famiglie, diamo vantaggi concreti a chi fa promozioni ma facciamo presto, altrimenti perdiamo anche il treno del 2015. La crisi dei consumi, determinata in generale dal progressivo dimagrimento dei redditi e dalle turbolenze del mercato del lavoro, si protrae da anni ed oggi presenta un consuntivo pesante, come testimoniano i risultati del Rapporto Coop. La crisi ha anche provocato mutazioni profonde nei comportamenti di spesa delle famiglie costrette a razionalizzare drasticamente gli acquisti.

Ciò che dobbiamo fare oggi però è guardare avanti, traendo profitto dalla lezione di questi anni. Siamo infatti a un punto che potrebbe essere di svolta. Un punto dal quale è possibile iniziare un il recupero della domanda interna. Alcuni segnali ci sono, come quelli che arrivano dal fronte dei mutui, ad esempio, in moderata ma apprezzabile ripresa. Le decisioni espansive della Bce possono costituire la cornice macro di interventi che il Governo dovrebbe però adottare in tempi rapidi per stimolare il mercato interno. Ci vorrebbe un mix di iniziative tra alleggerimento fiscale e bonus per incentivare i consumi. Il punto è che i provvedimenti temporanei esauriscono i benefici nel tempo. Sarebbe invece opportuno pensare a un percorso di alleggerimento e di incentivazione che diventasse stabile con il tempo. Il tutto accompagnato da un rilancio della modernizzazione dei canali distributivi. Il fatto che per la prima volta sia in calo la quota di nuove superfici di vendita delle strutture moderne è un segnale davvero preoccupante, in aggiunta alla grave crisi del dettaglio tradizionale. Più investimenti e più concorrenza nel settore commerciali portano a prezzi più convenienti in termini relativi.

Dobbiamo recuperare poi due divari chiave: quello con gli altri Paesi leader d’Europa, rispetto ai quali la dinamica della domanda interna italiana è sempre più distante, e quello domestico. La spesa delle famiglie flette un po’ ovunque in media ma al Sud il calo è tre volte più alto rispetto al Nord.