consip

Il ministro offre sconti ma gli enti buttano soldi

Il ministro offre sconti ma gli enti buttano soldi

Andrea Cuomo – Il Giornale

La centrale di acquisto per le amministrazioni pubbliche conviene. E molto. Gli enti centrali e locali grazie alle convenzioni stipulate dalla Consip, la concessionaria servizi informativi pubblici, possono risparmiare tantissimo nell’acquisto di beni e servizi, dalla sedia ai computer, dalle risme di carta ai contratti telefonici.

Una specie di gruppo pubblico di acquisto che può far risparmiare all’erario fino a 2,6 miliardi secondo le valutazioni del ministero dell’Economia, che controlla la stessa concessionaria ai cui contratti calmierati ormai non solo lo Stato ma anche Regioni, Province, Comuni di fatto non possono quasi più sottrarsi, malgrado spesso sembrino preferire continuare far la spesa da soli.

Il prezzo spuntato dalla centrale acquisti è sempre inferiore a quello pagato da un’amministrazione pubblica che si muova da sola. Lo dimostra l’edizione 2013 della rilevazione dei prezzi curata da via XX Settembre e dall’Istat e pubblicata pochi mesi fa. Prendete gli arredi per ufficio, con la loro rigida regola alla Fantozzi, i travet con poltroncine in sky e i dirett. lup. mann. con «serra di piante di ficus e poltrona in pelle umana». Ebbene, una sedia operativa costa mediamente alle amministrazioni che la acquistino da soli 90,09 euro e 78,14 euro (il 13,26 in meno) se si approfitta della convenzione Consip. Se cresce il valore della seduta cresce anche il risparmio: per la sedia direzionale si spendono 208,73 senza convenzione e 172,53 con. Per una scrivania operativa rettangolare si risparmia il 35,79 per cento, per una direzionale il 38,02. E la scrivania operativa sagomata a «L»? Se la acquistano le amministrazioni centrali costa 345,24 euro, un ente locale la porta via a 329,64, se si fa la spesa con Consip si spendono solo 163,81, con un ribasso superiore al 50 per cento.

Passiamo alle auto: le city car costano alla Consip 9.308,28 euro e alle amministrazioni in libera uscita 9.904,05, le berline medie rispettivamente 16.933,24 e 20.096,59, i furgoni 11.933,98 e 15.268,54, con risparmi che vanno dal 4,08 al 21,84 per cento. E il carburante? La Consip fa il pieno di super a 0,678 euro al litro (Iva e accise escluse) mentre chi fa da sé paga 0,747. Meno differenza per il gasolio: 0,714 il prezzo per chi usa la convenzione, 0,745 per chi no. L’unico settore in cui fa poca differenza utilizzare la Consip sono i buoni pasto: le amministrazione lo acquistano a 0,837 euro ogni euro di valore, la Consip a 0,831. Quasi pari e patta. Ma con la carta lo sconto torna a essere rilevante: 2,511 euro la risma A4 senza convenzione, 2,396 con la convenzione (4,58 per cento di riduzione). L’energia elettrica in convenzione costa il 3,13 per cento in meno, il gas naturale il 6,23.

Super-risparmi nell’ hi-tech . Noleggiando le fotocopiatrici con i contratti Consip si risparmia dal 19,55 per cento al 63,45 a seconda della tipologia. Una copia a colori, ad esempio, costa 0,06 con la centrale acquisti e quasi 0,17 senza. Anche per i computer sconti rilevanti: un desktop compatto acquistato tramite Consip viene 331 euro, da soli 586,97. Sui server si risparmia dal 17,02 al 24,63 per cento, sui software dal 10,08 al 16,63, sulle stampanti addirittura l’81,86 per cento: l’azienda aggiudicataria della gara Consip la vende a 39 euro, altrimenti costa in media 215 euro. Infine la telefonia mobile: un minuto di conversazione costa 0,039 al complesso delle amministrazioni e 0,025 a quelle che utilizzano il mercato elettronico, un sms di Stato rispettivamente 0,047 e 0,020. Quanto al contenuto del messaggino, beh, su quello la spending review può davvero poco.

L’autogol di Renzi: bloccati gli investimenti dei Comuni

L’autogol di Renzi: bloccati gli investimenti dei Comuni

Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano

Quando si parla della fretta di Matteo Renzi, di una sua certa tendenza al superomismo da bar di provincia e a governare a colpi di piccone un grande Paese sembra si parli di critiche astratte, che il giudizio estetico faccia premio sul pragmatismo necessario al difficile compito dell’amministrazione. La storia che andiamo a raccontare dimostra il contrario: quei difetti comportano malgoverno e persino una certa schizofrenia. Mentre, infatti, l’esecutivo si batte in Europa (senza molto successo, per ora) per assicurarsi maggiore flessibilità nella spesa per investimenti, in Italia ha paralizzato di fatto la spesa in conto capitale (cioè gli investimenti) dei Comuni. Nota bene: coi consumi delle famiglie fermi per povertà o incertezza nel futuro, la domanda pubblica è l’unico volano di crescita possibile. Il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan e la Ragioneria generale sanno quanto serva a questo Paese.

Che la situazione sia questa non lo dice Il Fatto Quotidiano ma una lettera inviata dall’Anci (l’associazione dei Comuni) ai ministri dei Trasporti, dell’Economia e degli Affari regionali: c’è una norma, scrivono i sindaci, che «sta provocando il sostanziale blocco delle gare d’appalto, paralizzando anche attività già in parte avviate dai Comuni». Il paradosso è che la legge denunciata dall’Anci è il decreto Irpef, quello con cui Renzi ha dato gli 80 euro ai redditi medio-bassi: in quel testo, infatti, oltre a un folle taglio da 2,1 miliardi agli acquisti di Stato, Regioni e Comuni per il 2014, si prevede anche che le stazioni appaltanti scendano da 35mila a 35 in un paio d’anni (al proposito, il premier usò anche la relativa slide). E come si fa a fare questa rivoluzione? Di fretta. Dal primo luglio infatti – prevede il decreto – i Comuni non capoluogo (cioè quasi tutti) hanno il divieto di acquisire lavori, servizi e forniture in assenza di una Centrale unica di committenza. Le nuove stazioni appaltanti dovrebbero essere certificate da un’apposita anagrafe unica: di diritto vengono iscritte la Consip e le centrali regionali. Risultato: al momento l’unico modo è rivolgersi a Consip, visto che le altre centrali non esistono ancora. Peccato, denuncia l’Anci, che Consip non sia attrezzata per garantire – in tempi rapidi – le piccole gare di cui hanno bisogno i Comuni non capoluogo: tutto bloccato. Tutto cosa? potrebbe chiedersi il lettore. La risposta illustra meravigliosamente l’eterogenesi dei fini del governo degli slogan: sono fermi gli appalti per usare i fondi europei, la manutenzione generale e – dulcis in fundo – l’edilizia scolastica, il piano per mettere in sicurezza le scuole annunciato in pompa magna dal premier e che dovrebbe concludersi entro il 31 ottobre.

Il presidente dell’Anci Piero Fassino ha chiesto che il governo intervenga con un decreto ad hoc ai ministeri interessati di emanare subito una circolare che consenta «ai Comuni di continuare a svolgere le funzioni istituzionali, in considerazione dell’insussistenza di un congruo periodo di tempo per applicare la nuova previsione». Dalle parti di palazzo Chigi, però, non ci sentono e allora toccherà alla maggioranza provvedere con un emendamento nel decreto Competitività o in quello sulla pubblica amministrazione che fa slittare la nuova disciplina al primo gennaio prossimo per l’acquisto di beni e servizi e al primo luglio 2015 per l’acquisto di lavori. A Montecitorio Dario Ginefra, deputato pugliese del Pd, ieri ha lanciato un appello a favore dell’emendamento proposto da Anci: a sera avevano firmato 70 democratici.

Risparmi nella PA: con Consip costi medi in calo del 22% e risparmi per 2,6 miliardi di euro

Risparmi nella PA: con Consip costi medi in calo del 22% e risparmi per 2,6 miliardi di euro

Il Sole 24 Ore

Gli acquisti in convenzione da parte della Pa fanno bene al bilancio dello Stato. Quanto, ce lo dice oggi l’ultima rilevazione condotta dalI’Istat per conto del Mef su 21 categorie merceologiche che finiscono ogni anno nel “carrello della spesa” delle amministrazioni pubbliche: utilizzare le convenzioni Consip per comprare sedie, scrivanie, ma anche servizi di telefonia, laptop e gas da riscaldamento o il noleggio di una fotocopiatrice permette un risparmio medio del 22% sui prezzi di mercato. E l’adeguamento di tutte le Pa al prezzo Consip per questi beni e servizi consentirebbe un risparmio annuo di 2,6 miliardi di euro.
Tra le categorie dove il risparmio di prezzo ottenuto da Consip è più elevato ci sono la telefonia fissa e mobile, rispettivamente con il 71,4% e il 39,4%, le stampanti, con oltre il 70%, i fotocopiatori a noleggio con il 45,3%, i pc desktop con il 35,9%, le centrali telefoniche con il 29 per cento. In particolare, la rilevazione registra un discreto risparmio nella gestione degli acquisti di pc portatili di fascia base con un prezzo fuori convenzione di 570 euro, e in convenzione di 434: un risparmio che supera il 23 per cento.Anche il pacchetto Office per le amministrazioni costa il 10% in meno se acquistato in convenzione. Arrivano a costare meno della metà anche gli sms, con uno sconto del 57% se acquistati con la convenzione Consip. Ovviamente, il risparmio effettivo è legato anche ai volumi di acquisto complessivo annuo della Pa per la singola categoria merceologica. In altre parole, il forte risparmio possibile grazie alla convenzione Consip per l’acquisto di laptop e desktop (entrambi superiori al 35%) incide su un volume di spesa annuo che nel 2013 è stato rispettivamente di 35 e 110 milioni di euro, mentre il 4,5% medio di risparmio che è possibile ottenere sull’acquisto delle forniture di gas naturale incide su una spesa complessiva che si aggira sui 2 miliardi di euro/annui.

La rilevazione Istat, giunta all’11esima edizione, ha l’obiettivo di stimare i prezzi medi pagati dalle amministrazioni pubbliche per l’acquisto di un paniere merceologico di beni e servizi e di confrontarli con le condizioni economiche ottenute da Consip con le sue gare. L’edizione 2013 della rilevazione pubblicata il 13 giugno scorso sul sito del Dipartimento dell’Amministrazione generale del ministero dell’Economia è stata condotta attraverso un questionario inviato a un campione di 1.200 amministrazioni pubbliche, un numero rimasto pressochè stabile rispetto alle edizioni precedenti.