Meloni (Pd): “Ridurre le tasse sul lavoro per uscire dalla crisi”

Marco Meloni*

I dati INPS sono chiari: la logica degli incentivi temporanei non funziona. È necessario aprire una riflessione pubblica fondata sui dati effettivi. C’è una sola via per aumentare produttività e lavoro: ridurre drasticamente le tasse sul lavoro a tempo indeterminato.

A febbraio c’è stato un forte rallentamento di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato, pur nella versione delle “tutele crescenti” introdotta dal Jobs Act. Siamo tornati ai livelli di inizio 2014 (anzi, leggermente sotto), nonostante una congiuntura decisamente migliore: allora si stava appena uscendo dalla crisi e non c’erano incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato così generosi (al momento intorno a circa 3000 euro ad assunzione, seppur dimezzati rispetto al 2015).

Quello di gennaio, quindi, non sembra essere un rallentamento “tecnico”, dovuto ad assunzioni anticipate a dicembre, ma un possibile effetto “strutturale” del dimezzamento degli incentivi. È necessario essere prudenti, è ovvio, ma pare assodato che i dati positivi del 2015 siano stati dovuti quasi interamente agli incentivi.

A questo punto, credo sia il caso di aprire una riflessione pubblica ampia, trasparente, fondata sui dati effettivi, e aggiustare il tiro. Le misure una tantum – dalle varie mance di 80 o 500 euro agli incentivi temporanei – hanno il respiro corto, e non affrontano il nodo strutturale per rilanciare produttività e occupazione: la riduzione drastica e stabile della tassazione sul lavoro a tempo indeterminato, al momento tra le più alte tra i Paesi industrializzati (e addirittura in crescita, secondo gli ultimi dati OCSE).

Al finanziamento di una riduzione fiscale così rilevante è necessario destinare tutte le risorse possibili, abolendo altre misure costosissime e dalla utilità quasi nulla, e adottando le troppo attese misure di riduzione della spesa pubblica. Mi auguro che, come Partito democratico e maggioranza parlamentare, con l’impulso decisivo del governo, si sia capaci di affrontare la questione con il necessario pragmatismo. Per creare lavoro stabile e migliorare la competitività del nostro sistema sistema produttivo occorre cambiare decisamente rotta.

*Deputato del Partito democratico, membro della Commissione Affari costituzionali