Debito Enti Locali: dal 2009 è diminuito di 15 miliardi. Pesa ancora per 1623 euro pro capite

Dal 2009 al 2014 il debito consolidato delle amministrazioni locali – Regioni, Province e Comuni – è complessivamente diminuito di 15 miliardi 278 milioni di euro, passando dalla cifra di 113 miliardi 983 milioni a quella di 98 miliardi 705 milioni di euro. Una cifra, quest’ultima, che resta comunque pari al 6,10% del Pil del 2013 (ultimo dato disponibile). Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro su elaborazione di dati Bankitalia.

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Il processo virtuoso in atto interessa in misura differente le amministrazioni delle singole regioni. In valori assoluti, i cali più vistosi nel periodo considerato riguardano le amministrazioni dei vari livelli del Lazio (-4 miliardi 241 milioni di euro) e della Campania (-2 miliardi 676 milioni). In tre regioni meridionali si assiste viceversa a una crescita del debito. È il caso delle pubbliche amministrazioni della Sicilia (il cui debito è passato dai 6 miliardi 555 milioni di euro del 2009 agli 8 miliardi 4 milioni del 2014), della Calabria (con un aumento del debito di 48 milioni di euro, per un totale di 3 miliardi 483 milioni di euro) e del Molise (con un aumento del debito di 24 milioni di euro, per un totale di 507 milioni di euro).

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Più in generale, si osserva come l’attuale debito pubblico consolidato delle amministrazioni locali pesi mediamente per ben 1.623,90 euro nelle tasche di ciascun cittadino italiano. Una cifra comunque inferiore a quella in carico a ogni singolo residente in Piemonte (3.032,14 euro), Valle d’Aosta (2.721,81), Lazio (2.602,70 euro), Abruzzo (1.933,37 euro), Campania (1.890,30 euro), Friuli-Venezia Giulia (1.783,85 euro), Liguria (1.777, 71 euro), Calabria (1.758,62 euro) e Umbria (1.632,58 euro). A essere meno indebitati risultano invece i residenti in Trentino Alto Adige (828,94 euro) e Puglia (841,02 euro).

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