I riti lumaca ci costano 14 miliardi

Quanto costano i ritardi della giustizia in Italia? Quanto incide l’inefficienza giudiziaria sull’economia reale del BelPaese? Secondo i numeri di un recente studio pubblicato dalla Commissione Europea, la riduzione delle cause pendenti per numero di abitanti è un fattore determinante nell’attrarre investimenti. Se il nostro Paese riuscisse a portarle al livello della media europea potrebbe, di per sé, generare afflussi extra dall’estero per un valore stimato tra lo 0,66 e lo 0,86 del Pil. Tradotto significa tra i 10,8 ei 14,1 miliardi di euro all’anno, il doppio dell’attuale.

A scattare l’impietosa fotografia di uno dei mali che affliggono il sistema imprenditoriale del nostro Paese è stato il Centro studi ImpresaLavoro, che ha quantificato l’irnpatto negativo della lunghezza dei processi e dell’arretrato di cause pendenti su variabili chiave come l’attrattività degli investimenti esteri, la nascita e lo sviluppo delle imprese italiane, la disoccupazione e i volumi del credito bancario. Ridurre di un quarto i tempi dei tribunali in Italia, per esempio, potrebbe incrementare il ritmo di nascita di nuove iniziaüve imprenditoriali di circa 143mila unità all’anno. Ci sarebbero, inoltre, nuovi prestiti alle imprese per ben 29,3 miliardi di euro, pari a un aumento del 3,75 rispetto allo stock attuale. Lo studio di ImpresaLavoro, in particolare, sottolinea la gravità del problema.

«Prendendo in considerazione le sole cause civili e di diritto commerciale, all’ultima rilevazione rimanevano in attesa di giudizio, in Italia, oltre 2.758.000 processi: un record assoluto per tutti i Paesi dell’Europa allargata», sostiene lo studio, «in grado di mettere in secondo piano il milione e mezzo di cause pendenti in Francia e le 750.000 scarse della Germania. Il dato assoluto è riferito ai soli processi di primo grado, ed è fortunatamente in calo rispetto agli anni precedenti. Sta di fatto che a fine anno rimangono pendenti, in termini relativi, 45 processi ogni 1.000 abitanti in Italia contro i 24 della Francia, i 18 della Spagna e i soli 9 della Germania».