Lo Stato paga dopo quattro mesi, s’impenna il debito con le imprese
di Matteo Palo – Quotidiano Nazionale
Emergenza irrisolta. Il dramma dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione torna a galla: non sono serviti gli stanziamenti dei Governi Monti, Letta e Renzi (pari a circa 56 miliardi) e l’introduzione delle fatture elettroniche per tenere sotto controllo i rapporti tra privati e Pa. Chi lavora con lo Stato o con una delle sue molte declinazioni continua a incassare le sue fatture con ritardo. I tempi medi di pagamento viaggiano, infatti, molto oltre i 60 giorni prescritti dall’Europa. E la massa totale di arretrati, nonostante gli sforzi, resta gigantesca: le stime parlano di una cifra compresa tra i 61 e i 65 miliardi. Negli ultimi giorni due diverse analisi sono tornate sul problema. Il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, Paolo Zabeo, ricorda che «con l’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria dal 31 marzo 2015 per tutte le aziende che hanno rapporti commerciali con la Pa, il Governo si era posto l’obiettivo di rendere trasparente e immediato il rapporto tra le parti».
A oltre un anno da quella data, invece, siamo fermi allo stesso punto: nessuno conosce l’ammontare del debito della Pa. La Banca d’Italia, tramite un’indagine campionaria, stima 65 miliardi di euro, 35 dei quali relativi a fatture emesse da tempo. Il Centro studi ImpresaLavoro, invece, parla di 61,1 miliardi. Numeri a parte, la sostanza del problema è chiara. Per la Cgia «i dati emersi dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sottolineano che l’anno scorso i tempi medi di pagamento della nostra Pa sono stati pari a 115 giorni». Per ImpresaLavoro la media dei pagamenti è addirittura più alta: 131 giorni. Insomma, non riusciamo a rispettare quello che sarebbe il termine ottimale per l’Europa, compreso tra 30 e 60 giorni. E il risultato è che la procedura di infrazione di Bruxelles nei nostri confronti, scattata a giugno del 2014 per questi ritardi, resta aperta. Anche perché nessun paese europeo ha una situazione paragonabile alla nostra: la Germania, ad esempio, liquida le sue fatture in un paio di settimane.
Il tempo, poi, non è nemmeno l’unica questione. Per ImpresaLavoro, infatti, «i debiti commerciali si rigenerano con frequenza, dal momento che beni e servizi vengono forniti di continuo». In pratica, non finisci di pagare i fornitori che già hai contratto nuovi debiti. Il ritardo nel pagamento dei debiti è costato alle nostre imprese nel solo 2015 la cifra record di 5,4 miliardi.