Troppe tasse sulle casse private

Italia Oggi

La legge di Stabilità 2014 non perdona le Casse di previdenza private. Almeno nella stesura bollinata dalla Ragioneria di Stato e ora in discussione in Parlamento, la politica di maggiore spending del governo Renzi viene finanziata anche da un prelievo maggiore nel settore della previdenza a favore dei liberi professionisti, le cui rendite vengono tosate presumibilmente al 26%. Se fosse così, la tassazione avrebbe avuto una escalation senza precedenti nella storia sociale del nostro Paese: dall’11,5%, poi al 12,5%, poi al 20% con il Governo Monti e ora in predicato di schizzare al 26%. Casse strizzate il doppio nel giro di pochissimi anni.

«È chiaramente negativo il mio giudizio sui provvedimenti che il Governo è intenzionato ad adottare», afferma Valerio Bignami, presidente Eppi, che giudica con decisione il testo della manovra in approvazione. Non solo non si elimina il sistema di «doppia tassazione», non solo non si armonizza la tassazione sui rendimenti finanziari tra le Casse di previdenza private e i Fondi pensione complementari al 13% come ipotizzato solo quest’estate dal ministro del Welfare Poletti, non solo non si diminuisce l’imposizione fiscale, ma la si aumenta in modo considerevole. «È sconcertante e assolutamente imbarazzante», continua Bignami, «constatare che, ancora una volta, abbiamo un Governo il quale, invece di operare provvedimenti strutturali di vero e profondo mutamento, opta per scelte episodiche di emergenza che mai potranno contribuire al cambiamento radicale invocato dal presidente del consiglio Matteo Renzi. È come sparare sulla Croce rossa». Le conseguenze di una maggiore tassazione sono evidenti nell’intervista al professor Paolo de Angelis, uno dei relatori al prossimo Congresso straordinario dei periti industriali, che spiega come minori rendite comportano un sostanziale addio alle politiche di maggior adeguatezza delle pensioni.

Hai voglia a dire che il metodo contributivo non è generoso: se il governo taglia le rendite, le pensioni dei liberi professionisti resteranno a livelli al limite della dignità. Il sottosegretario all’Economia Baretta getta acqua sul fuoco, auspica un dibattito in Parlamento e insomma fa il suo mestiere: se i conti sono in difficoltà, bisogna raddrizzarli in qualche modo. Però, semplificando la questione, tagliare i fondi del Welfare significa bruciare i mobili di casa per ripararsi dal freddo: dopo che cosa rimane da fare? Quei soldi tagliati andrebbero non soltanto a sostenere le pensioni dei liberi professionisti, ma anche a finanziare politiche di investimento nell’economia reale: comporta avere meno risorse per far ripartire l’economia, oltre, ovviamente, ad inasprire gli animi. «Riguardo il sistema di tassazione doppio su contributi e pensioni, conclude Bignami, ritengo sia giunto il momento di rivolgersi alla Corte di giustizia europea, affinché il sistema fiscale verso le Casse di previdenza, assolutamente unico in Europa, venga finalmente dichiarato illegittimo».