Nuova stangata sulla casa e crolla il prezzo del mattone
Tobia De Stefano – Libero
«Non esiste nel modo più categorico che ci sia un aumento delle tasse». Renzi ci prova. Rassicura. E anche nell’ultima intervista nel giorno di Pasqua, in vista del prossimo varo del Def, sparge ottimismo sulla pressione fiscale. Eppure non passa giorno senza che arrivi un dato economico che confuta la tesi del premier. L’ultimo riguarda il bene più amato dagli italiani, il mattone, e sottolinea che pure nel 2014 le tasse sulla casa sono aumentate di un altro 10 e passa per cento.
Secondo le elaborazioni del centro studi liberale «ImpresaLavoro», il peso delle principali imposte di natura patrimoniale (legate cioè alla proprietà o possesso, indipendentemente dal reddito generato) sugli immobili è passato dai 24,6 miliardi del 2013 ai 27,5 dello scorso anno. Analizzando i numeri nel dettaglio si possono notare almeno tre tendenze tuttora in atto. Innanzitutto la relazione inversamente proporzionale tra la pressione fiscale e il valore degli immobili. Più cresce la prima più si riduce il secondo. Nel 2013 il valore complessivo degli immobili di proprietà delle famiglie italiane era pari a circa 5.500 miliardi (in calo rispetto ai 5.900 miliardi del 2011) e per il 2014 si prevede un altro dato negativo: 3,9% a quota 5.300 miliardi di euro. Quindi la mappatura fiscale.
Negli anni, infatti, la graduale riduzione delle transazioni immobiliari ha comportato un calo del gettito Iva (che dal 2011 al 2014 si è dimezzato) e delle imposte di registro, ipotecarie e catastali. Mentre le nuove imposte hanno aggravato e non di poco la pressione fiscale sulle famiglie italiane proprietarie di un immobile. Qualche esempio? La sostituzione della Tarsu (ultimo anno di applicazione 2012) con la Tares, che nel 2014 è diventata Tari ha comportato un ricarico linale complessivo sui soggetti passivi di circa 2 miliardi all’anno. Oppure la Tasi. La sua introduzione, nel 2014, ha generato un gettito aggiuntivo di 4,6 miliardi. Insomma, visto come sono andate le ultime novità c’è di che preoccuparsi per le prossime.
La «Local tax» per unificare Imu e Tasi e la riforma delle rendite catastali. C’è il rischio concreto di ritrovarci di fronte a un altro salasso. Tanto che l’ufficio studi di «ImpresaLavoro» avverte: «Gli effetti della futura riforma delle rendite, ancora non delineata nelle sue caratteristiche essenziali, dovrebbero essere valutati accuratamente al fine di prevenire conseguenze indesiderate di tipo sperequativo, nonché di un ulteriore possibile incremento sostanziale e generalizzato del gettito connesso».