Porti, aeroporti, logistica: un mercato su cui scommettere
di Mino Giachino*
Il Paese dopo quasi cinque anni di riforme o pseudo riforme annunciate, approvate è ancora a metà del guado, cresce ancora troppo poco, la metà della media europea. Gli effetti della forte disoccupazione e del calo del business si son visti chiaramente nell’esito delle recenti elezioni amministrative. La domanda di trasporto ad esempio è ancora inferiore a quella del 2011.
Dopo il Brexit occorre cambiare la politica europea della Austerity che anche l’Italia aveva accettato chiamando MONTI. A cinque anni ci troviamo con una bassa crescita, con l’aumento della disoccupazione, con l’aumento del Debito pubblico di 300 miliardi e dopo aver perso tante aziende importanti e aver visto la chiusura di tantissime piccole e medie aziende, senza aver conquistato un etto di competitività in più. Occorre fare molto di più e meglio e occorre fare altro. Se è vera la previsione del prof. Prodi che in futuro sarà difficile attendersi di più dalle esportazioni occorre dedicarsi ai settori dove le potenzialità dell’Italia sono enormi come la logistica e i trasporti.
La logistica che per il nostro Paese vale più del 10% del PIL può dare molto di più sia dal punto di vista della crescita economica e occupazionale sia dal punto di vista della competitività e attrattività del nostro sistema produttivo. Potenziare i nostri porti e aeroporti e investire nella realizzazione delle reti ferroviarie europee rappresentano un interesse strategico e nazionale. L’Italia infatti è l’unico Paese europeo che perde traffici merci a Lei diretti. Quasi un milione di Containers diretti alla Pianura padana arrivano infatti ai porti del Nord Europa e lasciano là tasse portuali, Iva e lavoro logistico per circa 4 miliardi. Quasi la metà della merce spedita via aerea italiana parte da Francoforte. Nel nostro Paese la inefficienza logistica dovuta alla carenza di infrastrutture e ad una organizzazione logistica non competitiva incide sul costo di produzione dei nostri prodotti dal 10 al 20% in più. Eppure il nostro Paese gode di una posizione privilegiata sia per i traffici da e verso l’Africa, da e verso il Medio Oriente, da e verso l’Estremo Oriente. Eppure il nostro Paese dispone di gruppi logistici integrati mare-terra e di terminalisti di livello europeo. Il Ministro Delrio è nelle condizioni attraverso la attuazione del Piano dei porti e delle logistica di mettere in moto investimenti infrastrutturali decisivi come ad esempio la nuova diga foranea al porto di Genova e il collegamento ferroviario tra i nostri porti del Nord Tirreno e del Nord Adriatico con il mercato europeo.
Così come superare rapidamente il regime commissariale che tocca la maggioranza dei nostri porti è un’altra condizione a costo zero come la attuazione del regolamento delle concessioni per mettere in moto importanti investimenti privati pluriennali nei nostri terminal. La ripresa del mare bonus e del ferrobonus due esperienze importanti che gestimmo per primi al Governo sono una grande opportunità. Andrebbe ripresa la indicazione cui avevo lavorato della vendita franco destino perché purtroppo la domanda di trasporto complessiva nel nostro Paese è’ ancora inferiore al 2011. Così come andrebbero accelerate la riforma degli interporti e ampliati i collegamenti ferroviari tra i porti liguri, la Pianura Padana e il mercato europeo. Mi auguro che il Convegno dei Propeller a Napoli Venerdì prossimo dia un contributo positivo.
*ex Sottosegretario ai Trasporti, presidente di Saimare Spa