Il 13 marzo 2014 il premier Matteo Renzi promise in tv agli italiani che il 21 settembre, giorno del suo onomastico, avrebbe fatto un pellegrinaggio al santuario di Monte Senario se il suo Governo non avesse pagato i 75 miliardi di euro di debiti (fonte Bankitalia) che la Pubblica amministrazione aveva contratto al 2013. Questo debito è stato liquidato soltanto in parte e poiché tali beni e servizi vengono forniti di continuo alla Pa, nel 2014 si è ricostituito uno stock di debito commerciale di 70 miliardi di euro (fonte Bankitalia). Anche quest’anno il trend è rimasto finora sostanzialmente inalterato, con un debito che attualmente viene stimato in oltre 67 miliardi. Oggi è San Matteo e ImpresaLavoro osserva che, per il secondo anno di seguito, Renzi non si recherà in pellegrinaggio per espiare la promessa mancata. Nel frattempo le imprese continuano ad aspettare.
«Fino a quando non si interverrà in maniera strutturale sui tempi di pagamento, il problema resterà insoluto, costando alle imprese creditrici più di 6 miliardi di euro all’anno in anticipazioni bancarie» osserva l’imprenditore Massimo Blasoni, presidente del Centro studi ImpresaLavoro. «Soprattutto permane un rapporto sbilanciato tra Stato e imprenditori: con il primo che decide di non onorare i propri impegni nei confronti dei secondi e al tempo stesso si dimostra inflessibile nel far scattare le ganasce fiscali contro quanti non risultano in regola con il pagamento delle imposte».