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Fisco, clima da DDR: un milione di italiani ha denunciato i vicini

Fisco, clima da DDR: un milione di italiani ha denunciato i vicini

Andrea Cuomo – Il Giornale

Un milione di spiate dal valore di 164 milioni di euro e spiccioli. È la delazione fiscale, bellezza. Un modo per far trionfare l’onestà, certo. Ma chissà quanti sassolini dalle scarpe si saranno tolti quegli italiani che hanno scritto al sito evasori.info per denunciare il commerciante, l’artigiano, il professionista poco incline alla ricevuta fiscale. Siamo nell’anno di grazia 2014 e se il ristoratore non ti ha portato lo scontrino, soffiandoti il conto nell’orecchio con piglio da cospiratore, le cose sono due: o lo stronchi su TripAdvisor o gli mandi la finanza elettronica. Comunque ti godi l’acre sapore della vendetta senza nemmeno muoverti da casa.

C’è un mood un po’ da Germania dell’Est nell’elaborazione dei dati di evasori.info fatta dall’agenzia AdnKronos. Quel clima plumbeo che ha ispirato narratori e registi, per cui in appartamenti incistati in falansteri da architettura socialista ciascuno diffidava del vicino di casa che avrebbe potuto spiarlo attraverso il muro di cartongesso per poi raccontare alla Stasi, la polizia segreta, che con la moglie si era lamentato della mancanza dei cetriolini sottaceto giù al supermercato di zona. Ma se ci si libera di quel sapore un po’ ferroso da collaboratori del regime, ci si può congratulare con l’erario, che festeggia 164.860.730 euro di evasione fiscale potenzialmente recuperata grazie alle soffiate «spontanee» dei cittadini arrivate entro le ore 16 dello scorso 10 ottobre. I cittadini superonesti, oppure vendicativi, se la prendono soprattutto con i bar (33,2 per cento delle segnalazioni), con i ristoranti (12,2), con negozi di alimentari, bevande e tabacchi (9,6), con servizi per la persona (9,2) e con gli ambulanti (4,4). In termini di valore, però, le evasioni più ingenti sono quelle degli studi legali e notarili (35,8 per cento dell’ammontare totale), seguiti da medici e dentisti (7,4), ristoranti (5,9), bar (5,2), agenzie immobiliari (5,6) e servizi alla persona (5,2).

La ricerca individua anche le categorie meno inclini alla fattura o allo scontrino, che sono, nell’ordine: i servizi finanziari in provincia di Como, le agenzie immobiliari in provincia di Milano, medici e dentisti in provincia di Roma, i loro colleghi napoletani, rivenditori e meccanici di auto e moto in provincia di Roma, pubblicitari sempre in provincia di Roma, ristoranti in provincia di Milano, servizi immobiliari in provincia di Roma e bar in provincia di Roma. Una lista che mostra una maggiore propensione all’evasione nelle grandi città e al Nord. O forse una maggiore talento per la soffiata. Tra i comportamenti denunciati c’è di tutto: il barista che nella frenesia mattutina finge di dimenticarsi lo scontrino del tuo cappuccino&cornetto. Il dentista che per la lunga cura ortodontica di tuo figlio ti propone un doppio binario: una cifra A senza fattura e una cifra A+B con. Il cameriere che scrive il totale a penna sulla tovaglia di carta e si aspetta ovviamente il pagamento cash. E anche un buona mancia, che c’entra. Siamo mica nella Ddr!

Il ministro offre sconti ma gli enti buttano soldi

Il ministro offre sconti ma gli enti buttano soldi

Andrea Cuomo – Il Giornale

La centrale di acquisto per le amministrazioni pubbliche conviene. E molto. Gli enti centrali e locali grazie alle convenzioni stipulate dalla Consip, la concessionaria servizi informativi pubblici, possono risparmiare tantissimo nell’acquisto di beni e servizi, dalla sedia ai computer, dalle risme di carta ai contratti telefonici.

Una specie di gruppo pubblico di acquisto che può far risparmiare all’erario fino a 2,6 miliardi secondo le valutazioni del ministero dell’Economia, che controlla la stessa concessionaria ai cui contratti calmierati ormai non solo lo Stato ma anche Regioni, Province, Comuni di fatto non possono quasi più sottrarsi, malgrado spesso sembrino preferire continuare far la spesa da soli.

Il prezzo spuntato dalla centrale acquisti è sempre inferiore a quello pagato da un’amministrazione pubblica che si muova da sola. Lo dimostra l’edizione 2013 della rilevazione dei prezzi curata da via XX Settembre e dall’Istat e pubblicata pochi mesi fa. Prendete gli arredi per ufficio, con la loro rigida regola alla Fantozzi, i travet con poltroncine in sky e i dirett. lup. mann. con «serra di piante di ficus e poltrona in pelle umana». Ebbene, una sedia operativa costa mediamente alle amministrazioni che la acquistino da soli 90,09 euro e 78,14 euro (il 13,26 in meno) se si approfitta della convenzione Consip. Se cresce il valore della seduta cresce anche il risparmio: per la sedia direzionale si spendono 208,73 senza convenzione e 172,53 con. Per una scrivania operativa rettangolare si risparmia il 35,79 per cento, per una direzionale il 38,02. E la scrivania operativa sagomata a «L»? Se la acquistano le amministrazioni centrali costa 345,24 euro, un ente locale la porta via a 329,64, se si fa la spesa con Consip si spendono solo 163,81, con un ribasso superiore al 50 per cento.

Passiamo alle auto: le city car costano alla Consip 9.308,28 euro e alle amministrazioni in libera uscita 9.904,05, le berline medie rispettivamente 16.933,24 e 20.096,59, i furgoni 11.933,98 e 15.268,54, con risparmi che vanno dal 4,08 al 21,84 per cento. E il carburante? La Consip fa il pieno di super a 0,678 euro al litro (Iva e accise escluse) mentre chi fa da sé paga 0,747. Meno differenza per il gasolio: 0,714 il prezzo per chi usa la convenzione, 0,745 per chi no. L’unico settore in cui fa poca differenza utilizzare la Consip sono i buoni pasto: le amministrazione lo acquistano a 0,837 euro ogni euro di valore, la Consip a 0,831. Quasi pari e patta. Ma con la carta lo sconto torna a essere rilevante: 2,511 euro la risma A4 senza convenzione, 2,396 con la convenzione (4,58 per cento di riduzione). L’energia elettrica in convenzione costa il 3,13 per cento in meno, il gas naturale il 6,23.

Super-risparmi nell’ hi-tech . Noleggiando le fotocopiatrici con i contratti Consip si risparmia dal 19,55 per cento al 63,45 a seconda della tipologia. Una copia a colori, ad esempio, costa 0,06 con la centrale acquisti e quasi 0,17 senza. Anche per i computer sconti rilevanti: un desktop compatto acquistato tramite Consip viene 331 euro, da soli 586,97. Sui server si risparmia dal 17,02 al 24,63 per cento, sui software dal 10,08 al 16,63, sulle stampanti addirittura l’81,86 per cento: l’azienda aggiudicataria della gara Consip la vende a 39 euro, altrimenti costa in media 215 euro. Infine la telefonia mobile: un minuto di conversazione costa 0,039 al complesso delle amministrazioni e 0,025 a quelle che utilizzano il mercato elettronico, un sms di Stato rispettivamente 0,047 e 0,020. Quanto al contenuto del messaggino, beh, su quello la spending review può davvero poco.