Partecipate, i bilanci oscure di quante vivono nell’ombra
Pietro De Leo – Il Tempo
Quello delle società partecipate è un allegro paradosso italiano. Se ne conosce l’enormità, la politica si affretta a condannarle in un formale afflato etico ma quando arriva il momento clou non se ne fa nulla. La stessa legge di stabilità, nel testo approvato al Senato, impone agli enti che vantano partecipazioni non virtuose una razionalizzazione, ma non risultano sanzioni. Insomma un «tenetemi che lo picchio» come per i finti bulli, autentici fifoni, dei tempi che furono. Carlo Cottarelli, commissario straordinario per la riduzione della spesa, nel suo articolato «piano di razionalizzazione delle partecipate locali», era stato chiaro: evitare che le partecipate sconfinassero dai propri compiti istituzionali, magari entrando in concorrenza di mercato con le società private; promuovere l’efficienza attraverso l’applicazione dei costi standard; mettere mano alle forbici per quelle società non operative o non virtuose. Contestualmente al programma fu diffuso l’elenco della galassia di società a partecipazione pubblica.
Così si scopre che la «maglia nera» nelle società con patrimonio netto superiore al milione di euro spetta alla Gestione Agroalimentare Molisana. Un patrimonio netto di 2.109.642 e una perdita che sfiora i 15 milioni di euro. Il Roe è del 691,92% in negativo. Dal suo sito istituzionale, la Regione Molise ci fa sapere che partecipa alla società con una quota del 100%. L’organo amministrativo è composto da un Amministratore Unico che percepisce 50 mila euro annui. Al secondo posto troviamo la «Società per la trasformazione del territorio Holding s.p.a», partecipata al 100% dal Comune di Parma. Nell’oggetto sociale si legge che è un «progetto a realizzazione di interventi complessi per la trasformazione, riqualificazione e valorizzazione del territorio». Tuttavia, l’implacabile tabella di Cottarelli ne segnala una perdita di 27.910.998, con un Roe del 488,29% negativo. Male anche l’aeroporto Gabriele D’Annunzio (che vanta una partecipazione plurima da parte degli enti locali) di Montichiari in provincia di Brescia. Di eroico ha solo il nome. Quanto a performance, il Roe è un disonorevole -217, 65% che segnala una perdita sul 2012 di quasi quattro milioni di euro.
Esistono poi le società partecipate con patrimonio negativo. Al primo posto, con -20.316.751 vi è la società Cmv, 100% partecipata dal Comune di Venezia e che controlla il celebre Casinò. Scorrendo più giù la classifica, troviamo l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente, a totale capitale pubblico, con azionista di maggioranza la Regione Piemonte ma con partecipazione anche della Regione Autonoma Valle d’Aosta e il Comune di Torino. Dal sito si legge che «ricopre il ruolo di struttura tecnica di riferimento per lo sviluppo di azioni innovative e per il supporto alle politiche nel campo forestale, ambientale e in quello delle risorse energetiche». Patrimonio netto -196.873. E poi ci sono le società di cui non sono disponibili i bilanci: fra queste la società «Borghi marinari» della Sicilia, il lombardo «Caseificio sociale Valsabbino», la piemontese «Banca del Vino» e la pugliese «Comunità delle Università del Mediterraneo». Oltre che una «Azienda Agricola Dimostrativa» di cui non è possibile risalire né al luogo né agli enti partecipanti. Insomma tra formaggi, vini e fantasmi, c’è veramente di tutto.