L’apriorismo di Mises
Un paper di Scott Scheall della Arizona State University (il working paper No.2016-23 del Center for Historical Political Economy) fa il punto su un tema molto dibattuto da liberali e liberisti: “Quanto è estremista l’apriorismo di Mises” (“What is Extreme about Mises” )?
Il saggio è breve ma succoso e merita di essere letto in una fase, come l’attuale, in cui anche esponenti (sino a poco tempo fa) del pensiero marxista si autoproclamano liberali. Scheall sottolinea che c’è qualcosa di “estremo nell’apriorismo di Mises”, soprattutto la sua giustificazione epistemologica che basa la teoria economica su alcuni elementi portanti “aprioristici”. I critici di Mises considerano l’epistemologia di Mises come basata su conoscenze ed affermazioni “aprioristiche” . Molti dei suoi sostenitori hanno ignorato o dato poco peso a questa critica. Quindi, la critica è diretta meno verso Mises e piuttosto verso la letteratura secondaria,ignorando che critici di rango hanno considerato estremista l’apriorismo di Mises. Una difesa debole perché l’estremismo apriorista è una virtù dei liberali veramente liberisti. Analogamente, Voltaire si considerava intollerante nei confronti degli intolleranti.
E per sorridere, il caos delle elezioni americane. Se vince Hillary per la prima volta due Presidenti andranno a letto alla Casa Bianca. Se vince Trump per la prima volta un miliardario bianco andrà ad abitare nella casa da cui è stata sfrattata una coppia nera.