La stangata delle tasse retroattive
Sergio Rame – Il Giornale
Non solo l’affanno di staR dietro a una pressione fiscale che strozza le imprese e frena la ripresa. Ma anche la beffa di nuove imposte che hanno effetto per il passato e acconti maggiorati che hanno titolo di anticipo. Negli ultimi anni – dal governo Monti in poi, tanto per intenderci – l’urgenza di far quadrare i conti pubblici ha aumentato le imposte retroattive. Tasse oggi, ma che si pagano “da ieri”. Il conto è salatissimo: 10 miliardi di euro.
Viene da chiedersi se il governo può prendersi gioco dei contribuenti in modo così spudorato. Ebbene sì. Come spiegano Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente sul Sole 24Ore, lo Statuto del contribuente vieta di introdurre imposte con effetto retroattivo. Ma in Italia c’è sempre un “ma” che rende possibile l’impossibile. Dal momento che lo Statuto del contribuente è regolamentato da una legge ordinaria, può essere benissimo superato da altre leggi o decreti legge. E il gioco è fatto. Tanto che l’ex premier Mario Monti ne ha fatto ampiamente uso. Tra le tante invenzioni del bocconiano ricordiamo i 2,2 miliardi in più di addizionale Irpef per l’anno d’imposta 2011. Niente male se si considera che si è insediato a Palazzo Chigi il 9 novembre del 2011, praticamente a fine anno.
Imparata la lezione da Monti, anche Matteo Renzi non è da meno. Prendiamo la legge di Stabilità che il parlamento sta approvando in queste settimane. Ebbene, tra le pagine della manovra spunta anche l’aumento dall’11,5% al 20% della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione con effetti fiscali a partire dal primo gennaio del 2014. Un trucchetto che porterà alle casse dell’erario pubblico la bellezza di 450 milioni di euro in più. E ancora: il governo Renzi ha anche deciso di incrementare il prelievo sui dividendi incassati da fondazioni e trust e di ritoccare (all’insù, ovviamente) l’aliquota base dell’Irap. Quest’ultimo ritocchino, come fa notare il Sole 24Ore, “di fatto cancella lo sconto deciso con il decreto sugli 80 euro”.
Ma non ci sono solo tasse retroattive. L’ingegno della politica è senza limiti. E sempre negli ultimi tre anni ha creato ad hoc acconti maggiorati a titolo di “anticipo”. “Nel 2013, mettendo insieme i maxi-versamenti per le banche e le imprese – continuano Dell’Oste e Parente sul Sole 24Ore – lo Stato ha incassato quasi 3,7 miliardi di competenza degli anni d’imposta successiva”. Eppure nessuno grida allo scandalo. Nel 2014 il trend non è cambiato. Renzi si è affrettato a rastrellare tutti i 600 milioni di euro dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni d’impresa.