L’insostenibile (quanto sproporzionata) pesantezza del Fisco
Stefano Natoli – Il Sole 24 Ore blog
L’Italia ha uno dei sistemi fiscali più pesanti e inefficienti d’Europa: la pressione fiscale è elevata, soprattutto su lavoro e impresa. Durante la crisi la situazione è ulteriormente peggiorata per via dell’aumento della pressione fiscale reso necessario dall’impossibilità politica di tagliare la spesa pubblica. Lo evidenzia una ricerca del Centro Studi “ImpresaLavoro” che analizza la struttura delle entrate fiscali nel nostro Paese, la loro evoluzione nel tempo e le loro caratteristiche rispetto ai maggiori paesi europei: Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna. Considerando la pressione fiscale dal 1990 al 2012, si osserva come negli ultimi anni l’Italia – assieme alla Francia – abbia visto un forte aumento delle entrate fiscali (quattro punti di Pil) nonostante la gravissima crisi economica.
Da uno studio diffuso sempre oggi dalla Uil emerge, inoltre, che 7,2 milioni di contribuenti si sono ritrovati nel 2014 buste paga più leggere – in media di 58 euro – per “colpa” delle addizionali regionali. Nell’anno in corso sei Regioni (Piemonte, Liguria, Umbria, Lazio, Molise e Basilicata) hanno aumentato o rimodulato in alto le aliquote a fronte di due che le hanno diminuite (Provincia Autonoma di Bolzano e Abruzzo), mentre le restanti le hanno confermate. Il federalismo fiscale è anche questo.
Bruxelles, intanto, invita l’Italia ad accelerare decisamente nell’attuazione della legge delega di riforma fiscale entro marzo 2015, approvando i decreti che riformano il Catasto. Fra gli altri obiettivi: sviluppare ulteriormente il rispetto degli obblighi tributari, semplificare le procedure, migliorare il recupero dei debiti fiscali, modernizzare l’amministrazione fiscale. Fra le questioni calde resta la madre di tutte le battaglie, ovvero la lotta all’evasione fiscale. Se le tasse le pagassero tutti, avremmo infatti conti pubblici e privati più a posto e un welfare decisamente diverso.