Von Mises e gli ordoliberali
La letteratura economica recente, di cui diamo conto in questa rubrica, raramente tratta del pensiero liberale. E’ invece incentrata su analisi quantitative di temi e problemi contemporanei. Particolarmente interessante, quindi, si presenta per i liberali un saggio di Stevan Kolev dell’Istituto di Economia internazionale di Amburgo, pubblicato a fine 2016 nei Working Papers del Center for History of Political Economy e intitolato “Ludwig von Mises and the ‘Ordo-Interventionists’ – More than Just Aggression and Contempt?” (Ludwig von Mises e gli Ordo-Interventisti- Non fu solo questione di aggressività e disprezzo). E’ liberamente scaricabile dal sito del centro studi di Amburgo.
Il lavoro è un’attenta ricostruzione, in parte su materiale inedito, dei quaranta anni di relazioni intellettuali tra il leader della scuola austriaca di economia liberale Ludwig von Mises (1881-1973) e due tra gli economisti più rappresentativi dell’ordoliberalismo tedesco: Walter Eucken (1891-1950) e Wilhelm Röpke (1899-1966). Il lasso di tempo studiato va dall’inizio degli anni Venti fino alla morte di Röpke, avvenuta nel 1966. In questo lungo periodo ci sono state cinque fasi distinte in cui l’interazione scientifica e professionale si è intersecata con una rete complessa di simpatie e antipatie interpersonali.
Nella prima fase la scuola austriaca e la scuola tedesca (in gran misura basata sullo studio della storia economica più che su quello della teoria) si confrontarono per conoscersi meglio, affilando le rispettive lame. Nella seconda fase il dibattito si incentrò sullo studio del ciclo economico. Nella terza si passò dalle differenze sull’analisi del ciclo economico a veri e propri scontri, al Colloquio Walter Lippmann nel 1938 e ai primi vent’anni di incontri della Mont Pélerin Society, nata nel 1947. La quarta fase segnò la ‘coesistenza pacifica’ nel periodo del miracolo economico tedesco. L’ultima è stata quella dell’avvicinamento e viene studiata anche sulla base di materiale storiografico inedito relativo all’unica laurea onoraria in economia che von Mises ricevette nel 1964 dall’Università di Friburgo.
Sulla base di questa ricostruzione storica il lavoro presenta congetture sulle ragioni per cui i protagonisti, pur lavorando sui medesimi temi, non sono mai riusciti ad impegnarsi in veri e produttivi dibattiti scientifici che in quegli anni avrebbero potuto controbattere al crescente intervento pubblico di marca keynesiana. Kolev formula diverse ipotesi, in gran misura meta economiche e aventi a che fare con le personalità dei protagonisti. Il lavoro ha anche un’ampia sezione che, mettendo a confronto le due scuole, può essere di grande utilità al pensiero neo-liberale di questi anni.