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CHE COS’E’ IMPRESALAVORO

CHE COS’E’ IMPRESALAVORO

ImpresaLavoro è un centro studi di ispirazione liberale che promuove il dibattito sui temi dell’economia e del lavoro. Imprenditori, partite Iva e lavoratori autonomi sono le categorie che più di altre hanno pagato e continuano a pagare il prezzo di una burocrazia lenta e farraginosa, di una tassazione eccessiva, di politiche fortemente stataliste così come della mancata adozione di misure economiche davvero liberali. Proprio per questo abbiamo deciso di ridare voce a quell’Italia inascoltata che nonostante l’attuale difficile contingenza economica, politica e sociale si ostina a fare impresa, a lavorare e a creare ricchezza.
Le difficoltà che attraversa l’impresa italiana sono anche le difficoltà dei lavoratori italiani. Non si tratta infatti di mondi a sé stanti ma delle componenti fondamentali del tessuto produttivo del nostro paese.
ImpresaLavoro produce ricerche originali sulle tematiche che interessano il mondo del lavoro e dell’impresa ed effettua sondaggi rivolti agli imprenditori e al mondo del lavoro con l’obiettivo dichiarato di comprenderne e segnalarne le esigenze. Propone misure e possibili soluzioni a sostegno dell’impresa italiana, vigilando inoltre, con una costante operazione di fact-checking, sugli impegni, le proposte e i provvedimenti assunti in materia dal Governo italiano.
IlPresidente
Il Board Scientifico
Lo Staff
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Abstract: Il ritardo dei pagamenti ai fornitori della PA genera uno stock di debito pari, in Italia, a oltre 70 miliardi di euro, pari a quasi il 5% del PIL.
Sia in termini nominali che relativi, l’Italia risulta la peggiore d’Europa. I ritardi di pagamento determinano un costo del capitale a carico delle imprese italiane per oltre 6 miliardi di euro all’anno, quasi 30 miliardi nel periodo 20092013.
Sulla singola fornitura, l’incidenza di questi costi è pari, per un’impresa italiana che lavora con la PA, al 4,2%, circa 4 volte ciò che costa a un’impresa francese e a circa 7 volte ciò che costa a un’impresa tedesca.
Scarica gratuitamente il Paper “I ritardi di pagamento della PA i costi del fenomeno, il confronto con l’Europa“.
CARLO LOTTIERI: Stato-Imprese, un rapporto da ripensare

CARLO LOTTIERI: Stato-Imprese, un rapporto da ripensare

Come evidenzia lo studio di ImpresaLavoro, nel corso degli ultimi anni le imprese fornitrici della pubblica amministrazione italiana hanno subito un danno annuo di circa 6 miliardi a causa dei ritardi nei pagamenti. Si tratta di una cifra altissima, che ci pone al primo posto in questa speciale classifica europea, ma tutto ciò obbliga a fare due considerazioni.
In primo luogo, l’Italia resta ben lontana da ogni regola elementare del rule of law e dello Stato di diritto. La struttura pubblica non si ritiene vincolata al rispetto di quelle regole che i privati devono osservare. In altre parole, il mortificante trattamento subito dalle aziende fornitrici è la riprova del fatto che lo Stato impone regole che esso stesso non ritiene di dover rispettare. In secondo luogo, è chiaro che questo è anche il risultato di un’economia che registra un’eccessiva presenza dello Stato.
È l’interventismo pubblico che ha posto le premesse per tale situazione, in cui è alto il numero delle aziende che producono per la pubblica amministrazione e si muovono quindi nell’orbita del settore politico-burocratico. Di fronte a tale quadro generale, è necessario che si ripensi alla radice il rapporto tra pubblico e privato, tra Stato e imprese, perché solo in tal modo è possibile porre le premesse per un rilancio dell’economia.
Carlo Lottieri, Università di Siena
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I debiti della Pubblica Amministrazione costano alle imprese 6 miliardi l’anno

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COMUNICATO STAMPA

Il ritardo dei pagamenti ai fornitori della PA ha finora determinato un costo del capitale a carico delle imprese italiane di oltre 6 miliardi di euro all’anno, pari a quasi 30 miliardi nel periodo 2009-2013. Il dato emerge da una ricerca (scaricabile interamente dal sito www.impresalavoro.org) realizzata dal centro studi di ispirazione liberale “ImpresaLavoro” di Udine, promosso dall’imprenditore Massimo Blasoni e il cui board scientifico è presieduto dal professor Giuseppe Pennisi (economista, consigliere del Cnel e docente all’Università Europea di Roma, già Banca Mondiale e dirigente generale dei Ministeri del Bilancio e del Lavoro).
Lo studio di “ImpresaLavoro” sottolinea come ci si debba peraltro accontentare in questo campo di una stima prudenziale, dal momento che le stesse amministrazioni pubbliche non dispongono di una sistematica e organizzata documentazione sui crediti dei propri fornitori e sulle fatture associate, a causa delle insufficienze nei sistemi di contabilizzazione delle transazioni. Finora, infatti, le stime sulla dimensione del fenomeno si sono basate sull’impiego di metodologie statistiche e di indagini campionarie. «Quel che invece si sa con certezza – osserva il presidente Massimo Blasoni – è che i pagamenti del committente pubblico italiano arrivano in media dopo 170 giorni dal ricevimento della fattura, mentre i fornitori privati di norma pagano dopo 60 giorni. Questo mismatching di uscite ed entrate aggrava la situazione finanziaria di migliaia di imprese, esponendole nei casi più gravi al rischio default. Il fenomeno ha assunto rilevanza maggiore a seguito dell’attuale situazione di congiuntura economica, la quale ha provocato anche una riduzione del credito concesso dalle banche alle imprese, con conseguente aggravio della situazione finanziaria di queste ultime».
Secondo le stime prudenziali di “ImpresaLavoro”, l’ammontare per il 2013 è di circa 74,2 miliardi di €, pari a circa il 4,8% del PIL. Lo stock di debito commerciale della nostra PA risulta in calo: nel 2010, esso aveva toccato la cifra record di 87,3 miliardi di euro, pari al 5,5% del PIL. La diminuzione dello stock è dovuta alla riduzione della spesa pubblica relativa all’acquisto di beni e servizi, nonché dei tempi di pagamento concordati con i fornitori. Non è quindi diminuito il ritardo medio nel pagamento delle fatture.
La ricerca di “ImpresaLavoro” rivela inoltre come, a livello europeo, sia in termini nominali che relativi, l’Italia risulti essere il Paese col maggiore stock di debito. Già dal 2010, ha infatti il peggior rapporto tra debiti commerciali e PIL, superando tanto la Spagna quanto la Grecia, le uniche in Europa (a parte l’Italia) a superare il 3% in questo rapporto. Per un’impresa italiana che lavora con PA, l’incidenza di questi costi sulla singola fornitura risulta così pari al 4,2%: un dato circa 4 volte superiore a quello sostenuto da un’impresa francese (1,2%) e circa 7 volte superiore a quello sostenuto da un’impresa tedesca (0,6%).
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L’opinione di Giuseppe Pennisi, Presidente del Board Scientifico di ImpresaLavoro
L’opinione di Salvatore Zecchini, Membro del Board Scientifico di ImpresaLavoro
L’opinione di Carlo Lottieri, filosofo, Università degli Studi di Siena
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