Cinquecentomila pensionati-lavoratori in più
Davide Colombo – Il Sole 24 Ore
Qualche giorno fa il Centro studi di Confindustria ha rilevato come negli anni della crisi il numero di occupati più anziani (tra i 55 e i 64 anni) sia aumentato mentre diminuiva quello dei più giovani (25-34enni): il primo è cresciuto dí 1,1 milioni e il secondo è sceso di 1,6 milioni. Un incremento del 8,9% ,tra il 2007 e il 2013, che è il quarto più sostenuto dopo quello registrato negli stessi anni in Germania (12,2%), Polonia 00,9%) e Paesi Bassi (+9,2%). Nonostante questo incremento di lavoratori senior, si faceva notare nell’analisi firmata da Giovanna Labartino e Francesca Mazzolari, il tasso di occupazione italiano resta basso per queste fasce di età: 42,7% contro il 59,8% inglese, il 60,8% dei Paesi Bassi, il 63,5% della Germania.
In uno studio presentato in un recente convegno sui temi della previdenza in Senato, un giovane ricercatore dell`Università la Sapienza diRoma, Fabrizio Patriarca, ha fatto un passo in più mettendo in fila i numeri che fotografano la crescita dei pensionati (percettori di una pensione previdenziale) che durante la crisi hanno deciso di continuare a lavorare. I risultati sono sorprendenti. Tra il 2007 e il 2012 i pensionati oltre i 60 anni che lavorano sono aumentati di 556mila unità. Secondo i dati Istat proposti da Patriarca nel 2012 i pensionati che lavorano sono arrivati a quota 1.976.810 e i 556mila in più sono cosi distribuiti: 241mila (+12,6%) di età compresa tra i 60 e i 64 anni e 315mila ultrasessantacinquenni (+3%).Guardando alle fasce di età si scopre che due anni fa lavorava il 27,7% dei pensionati di età compresa tra i 60 e i 64 anni, praticamente uno su tre. Mentre il rapporto si fermava al 12,6% tra i 65-75enni e al 3,1% per gli over 75.
Altra evidenza interessante: i tassi di occupazione dei pensionati crescono al crescere del loro reddito, il che significa che il cumulo tra pensione e reddito da lavoro non rientra nelle strategie adottate per rafforzare deboli poteri di acquisto durante la crisi. Infatti si passa da un 10,2% di pensionati over 60 che lavorano sul totale dei pensionati con classe di reddito tra i 500 e i 2mila euro al mese al 13,5% di quelli con redditi tra 2 e 3mila euro al mese fino al 23,9% per chi sta sopra i 3mila euro al mese. In questa fascia alta, dunque, un pensionato over 60 su quattro continua a lavorare. I dati raccolti da Patriarca su fonti Istat, Inps e ministero del Lavoro rappresentano naturalmente una stima per difetto, che non comprende i pensionati che lavorano in nero.
Il quadro che esce dai due studi ci ripropone l’immagine di un mercato del lavoro fitto di contraddizioni: un basso tasso di occupazione dei 55-64enni rispetto ai paesi con politiche attive assai più strutturate, un elevatissimo tasso di disoccupazione giovanile e un esercito di pensionati che continua a lavorare (il 12,3% sui 16,1 milioni contabilizzati dall’Inps nel 2012). I nuovi requisiti pensionistici in vigore dal 2012 faranno salire ancora di più, nei prossimi anni, il tasso di occupazione di questa fascia di età che è in realtà in crescita dal Duemila visto che le coorti che entrano nella classe degli over 55enni sono caratterizzate da una scolarizzazione più elevata che ne ha ritardato l’ingresso nel mercato del lavoro e in futuro ne ritarderà l’uscita.