Tra luglio e settembre più assunzioni stabili

Davide Colombo – Il Sole 24 Ore

Nel suo altalenare ancora molto doloroso il mercato del lavoro del terzo trimestre 2014 manda qualche timido segnale di fiducia. I dati sulle assunzioni e le cessazioni diffusi ieri dal ministero del Lavoro con il sistema delle comunicazioni obbligatorie ci dicono infatti che tra luglio e settembre il saldo è stato positivo (2.474.112 avviamenti di nuovi rapporti di lavoro, +2,4%, contro 2.415.928 cessazioni, +0,9%).

I nuovi impieghi per lavoro dipendente o parasubordinato sono cresciuti di 60mila unità in 90 giorni e – come anticipato dallo stesso ministero venerdì passato in concomitanza con i dati Istat (ottobre tasso di disoccupazione al 13,2%; +0,3% mese su mese e +1% anno su anno) – sono cresciuti più degli altri i contratti a tempo indeterminato (+7,1%, pari a 26.504 unità in più), seguiti dagli apprendistati (+3,8% pari a 2.184 attivazioni) i contratti a termine (+1,8%; 30.721 unità) e le collaborazioni (+1%; 1.540 unità). Ma il bilancio tra attivazioni e cessazioni dei contratti a tempo indeterminato resta a favore di queste ultime: 483.027 i cessati contro i 401.647 attivati, mentre lo stesso saldo resta positivo (146mila unità circa) per i contratti a termine. Quando si leggono questi dati amministrativi bisogna sempre ricordare che i rapporti di lavoro attivati (o cessati) non corrispondono mai con il numero di lavoratori coinvolti, visto che in molti casi la stessa persona ha un rinnovo del contratto a termine scaduto (il 70% dei flussi in entrata e uscita è determinato dai contratti a termine). Così dietro i 2,4 milioni di attivazioni ci sono 1.917.932 lavoratori in carne ed ossa, in gran parte tra i 25 e i 44 anni di età.

Qualcosa di particolare è accaduto, nel periodo, nella scuola, caratterizzata per il 75% da attivazioni a tempo determinato. In questo comparto prima dell’inizio del nuovo anno scolastico sono calati i tempi determinati (-11,2% attivazioni rispetto al terzo trimestre 2013) e si è verificato un forte aumento del tempo indeterminato (+17.176 attivazioni). Nel contempo tra le cessazioni in questo settore emergono oltre 11.000 pensionamenti, con un aumento tendenziale di oltre il 36 per cento.

Guardando ai flussi delle uscite i 2,4 milioni di rapporti cessati hanno riguardato 1.910.394 lavoratori, con un valore medio di cessazioni per addetto pari a 1,26, dato che conferma il forte peso dei contratti a termine. In particolare 743.679 contratti terminati quest’estate hanno avuto una durata inferiore al mese (il 30,8% del totale) e 389.769 oltre l’anno (16,1%). Tra i rapporti di lavoro cessati di brevissima durata si evidenziano poco meno di 370mila rapporti di lavoro con durata compresa tra uno e tre giorni (di cui 276.375 rapporti di lavoro di un giorno, pari all’11,4% del volume complessivamente registrato). Rispetto all’estate del 2013 la contrazione maggiore è stata sui contratti con durata oltre un anno (-2,2%) mentre sono aumentati i contratti cessati di brevissima durata (4-30 giorni ; +8,4%). Sulle cause delle cessazioni i dati di trend fotografano un calo delle dimissioni da parte dei lavoratori (-4,3%, per un totale di 345.698 unità) e dei licenziamenti decisi dai datori (217.725 unità, in diminuzione del 3,3%).