Fisco contribuenti: l’ufficio complicazioni è sempre aperto
Massimo Fracaro e Nicola Saldutti – Corriere Economia
Come tutti i passaggi in qualche modo epocali, anche quello del modello 730 precompilato, se da un lato ci mostra il lato gentile del Fisco, dall’altro svela le fragilità del sistema. E le numerose contraddizioni delle norme tributarie che negli ultimi cinquant’anni si sono accatastate (oltre alle tasse, naturalmente) sulle spalle dei poveri contribuenti. L’idea di un modello precompilato per sollevare i cittadini da un onere improprio, è senza dubbio un fatto positivo: lo Stato non chiederà di scrivere un’altra volta (nella dichiarazione, appunto) le cose che conosce già, a cominciare dalle imposte dovute dai dipendenti e versate direttamente dai datori di lavoro. Ma qui comincia il percorso a ostacoli.
Su 20 milioni di potenziali dichiaranti che potrebbero essere esenti da ogni onere, per ben 14 milioni si rende necessaria la cosiddetta integrazione del modello. Risultato: per il 70% dei cittadini che vorranno beneficiare della possibilità di scaricare le spese mediche, i modelli andranno in qualche modo compilati. E qui arriva il passaggio delicato: chi pagherà in caso di errore? La norma è chiara, con il «visto di conformità» la responsabilità ricadrà sui Caf (Centri di assistenza fiscale) e sui commercialisti che daranno il loro via libera al modello integrato. Cosa che naturalmente ha scatenato molte preoccupazioni. Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha spiegato a Mario Sensini come sarà fondamentale l’uso della tessera sanitaria nel 2015 per beneficiare dei calcoli automatici nel 2016 anche per le spese legate alla salute. E la cosa si potrebbe estendere, ad esempio ai mutui. Non era meglio partire con il sistema in ordine?
Si tratta, comunque, di un piccolo passo in avanti. Che speriamo sia seguito al più presto dai Comuni. Perché non adottare anche per Imu e Tasi il modello della tassa rifiuti che viene pagata su bollettini precompilati e spediti a casa del contribuente? Gli enti locali hanno tutti i dati per farlo. Le tasse non calano, almeno cerchiamo di rendere semplici le cose complicate, invece che complicare le cose semplici.