La bestia affamata delle Spa locali

Massimo Giannini – La Repubblica

Tra i tanti capitoli del romanzo gotico della spending review, dimenticati o stralciati da Palazzo Chigi, ce n’è uno che inquieta più degli altri. È quello che riguarda le società partecipate degli enti locali. Una giungla di clientele, sperperi e corruzione. Il premier aveva tuonato contro quelle “8 mila Spa” che mungono la generosa mammella statale e municipale senza vantaggi per il cittadino contribuente. Ora lo scomodo commissario Carlo Cottarelli, che ogni tanto almeno in qualche convegno riesce ad uscir fuori dalla “clandestinità” alla quale lo obbliga il premier, ci informa che le cose stanno peggio di come le immaginavamo.
«Le società pubbliche – annuncia il responsabile della task force taglia-spese al quale hanno momentaneamente sottratto le forbici – sono almeno 10 mila, e non le 8 mila censite finora, e perdono 1,2 miliardi». A questo falò di denaro pubblico vanno aggiunti «i costi nascosti da contratti di servizio gonfiati e quelli a carico dei cittadini per tariffe eccessive». Uno scandalo nello scandalo. Non si capisce perché il capo del governo non ci metta mano, come per altro aveva annunciato fin dalle prime slide-conference. O meglio, si capisce benissimo. Basta ascoltare ancora Cottarelli: «Quello delle partecipazioni locali è un mondo molto differenziato. Ci sono le “strumentali”, spesso a rischio abuso perché costituite solo per creare occupazione, e ci sono quelle che gestiscono i servizi pubblici locali, che rappresentano il 20% delle partecipate ma raccolgono il 60% del fatturato». Dunque, almeno l’80% delle 10 mila aziende pubbliche partecipate dagli enti locali, oltre a generare ricavi irrisori, non servono a produrre alcunché, ma solo ad occupare gente. Bisognerebbe chiuderle: ma poi dove mandi le madri e i padri di famiglia che ci lavorano, e che magari ti votano pure? Bel problema. Com’è un problema la gestione di quel 20% delle partecipate che gestiscono i servizi pubblici, dall’energia al gas, dall’acqua ai rifiuti. Hanno un fatturato da 40 miliardi, ma staccano un dividendo annuo di appena 604 milioni agli enti locali, e soprattutto sono la bellezza di 1.100. Troppe anche queste, e soprattutto poco efficienti e non redditizie come dovrebbero e potrebbero essere. Ora, in un impeto nietzschiano di “volontà di potenza”, Cottarelli si sbilancia e promette che entro luglio scatterà il piano di “disboscamento” delle Spa locali. Speriamo che non sia l’ennesima fuga in avanti, e che almeno stavolta il presidente del Consiglio – al contrario di quello che è avvenuto con la manovra del bonus Irpef da 80 euro copra politicamente le indicazioni di razionalizzazione della spesa formulate dal suo commissario. Spiace citarlo, perché è stato lo slogan dei conservatori americani di Bush, ma soprattutto in quello zoo mangiasoldi c’è davvero bisogno di “affamare la bestia”.