L’aumento dell’Iva è da evitare

Cristina Bartelli – Italia Oggi

Aumento dell’Iva da evitare. Lo scatto in avanti, a partire dal 2016, contenuto nella legge di stabilità, porterebbe le aliquote Iva a livelli molto elevati. E la cura, individuata per le casse dello stato, potrebbe avere effetti peggiori del male con un aumento delle transazioni in nero. A tratteggiare lo scenario, ieri, intervenendo in audizione sulla legge di stabilità, davanti le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, e stato il vicedirettore della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini. Per Banca d’Italia infatti «è preferibile si arrivi a non far scattare le clausole di salvaguardia completando le misure di razionalizzazione della spesa». La conseguenza, per il vicedirettore di Banca d’Italia (le aliquote Iva sui maggiori prodotti e servizi fino a 25% e 13% in due anni) dietro la cura di cavallo dell’Iva è un aumento delle transazioni in nero: «Più elevata e l’imposizione tanto maggiore l’incentivo all’occultamento delle transazioni finanziarie».

Ma le critiche al ricorso delle clausole di salvaguardia sono arrivate anche da Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei conti, in audizione sempre ieri. «Appare opportuno sottolineare l’acuirsi delle incertezze sul gettito futuro, per effetto del crescente ricorso a clausole di salvaguardia che si connotano sempre più come soluzioni che rispecchiano difficoltà e ritardi nell’effettiva realizzazione della revisione della spesa pubblica» ha evidenziato Squitieri facendo il caso delle accise con aumenti di prelievo per complessivi 2,2 miliardi «gia prenotati», sottolinea Squitieri, «fino al 2021 per coprire esigenze di bilancio manifestatesi fin da otto anni prima». Sull’Iva il governo ha calcolato che l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota del 10% vale 2,3 mld di euro. L’aumento di un punto dell’aliquota del 22% vale invece ben 4 mld. Dall’innalzamento di due punti percentuali dell’aliquota del 10% nel 2016 e di un punto percentuale nel 2017 (arrivando quindi al 13%) entrerebbero nelle casse dello Stato 6,9 mld mentre nel caso dell’aliquota del 22% si arriverebbe a un incremento di 8 mld all’anno.

Il vicedirettore di Banca d’Italia ha bacchettato inoltre il governo sulla voce del gettito, 3,5 mld, iscritto al contrasto all’evasione. La legge di Stabilità realizza «ulteriori passi» nell’affrontare l’evasione fiscale, spiega Bankitalia, e «alcuni interventi sono potenzialmente in grado di incidere sull’evasione» ma data la natura dei fenomeni «gli effetti di gettito vanno stimati con cautela». Per Banca di Italia inoltre è cruciale che la temporaneità del provvedimento» sul tfr contenuto nel ddl Stabilità «venga mantenuta». «Lo smobilizzo del tfr maturando», ha spiegato Signorini, «inciderebbe negativamente sulla capacità della previdenza complementare di integrare il sistema pensionistico pubblico soprattutto per i giovani, mediamente più soggetti a vincoli di liquidità».

Il presidente della Corte dei conti ha invece invitato a riflettere sulla natura del bonus Irpef degli 80 euro: «Nel momento in cui la legge di Stabilità rende permanente il bonus, sarebbe opportuna una riflessione sulla natura dell’istituto, per deciderne o l’assorbimento nella struttura dell’Irpef ovvero l’esplicito inquadramento fra le misure a sostegno dello stato sociale».