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Digital Tax? Per favore no

Digital Tax? Per favore no

di Massimo Blasoni – Metro

Questo governo continua ad aumentare le tasse sostenendo di averle diminuite. E non ancora soddisfatto, nei giorni scorsi ha annunciato in tempi brevi una Digital Tax in grado di colpire l’elusione fiscale dei giganti della Rete. Al di là delle polemiche politiche (quando governava Letta lo stesso Renzi bocciò una proposta identica, che però aveva il difetto di chiamarsi Web Tax), resta il fatto che il suo costo verrà subito fatto ricadere dalle aziende sui consumatori italiani, contribuendo così a deprimere ulteriormente un settore che da noi stenta a decollare.
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Mercato online, Italia fanalino di coda in Europa. La Digital Tax non è una buona notizia

Mercato online, Italia fanalino di coda in Europa. La Digital Tax non è una buona notizia

Soltanto il 5,34% delle imprese italiane vende online i propri beni e servizi. Una performance che è pari a un terzo della media europea (15,18%) e che ci colloca all’ultimo posto in questa particolare classifica dell’Europa a 28 membri. Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro realizzata su dati forniti dalla Commissione europea. Al primo posto nell’utilizzo commerciale della Rete si collocano le imprese della Repubblica Ceca (26,54%), della Danimarca (26,36%) e della Croazia (26,28%). Rispetto ai loro principali competitor, le aziende italiane perdono nettamente il confronto anche con le imprese irlandesi (24,20%), tedesche (22,59%), britanniche (19,80%), spagnole (16,65%), francesi (11,76%) e greche (9,19%).
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In termini di valori degli scambi, in Italia le transazioni commerciali online costituiscono soltanto il 7% del totale. Peggio di noi in Europa fanno solo Romania, Bulgaria e Grecia. Anche in questo caso risultiamo nettamente sotto la media europea (15,07%) e molto distanti dalle grandi economie: Regno Unito (19,8%), Francia (15,2%) e Germania (12,7%). Su tutti spicca comunque il dato dell’Irlanda (52,97%), anche per effetto diretto della presenza a Dublino e dintorni dei grandi colossi dell’informatica.

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In questo contesto, anche solo la ventilata ipotesi di una Digital Tax rischia di scoraggiare ulteriormente la nascita e l’arrivo sul nostro territorio di imprese di commercio online. Elaborando i dati Eurostat, si osserva ad esempio come al settore ICT appartengano soltanto il 2,56% delle imprese nate in Italia nel 2013, per un totale di 8.700 nuovi posti di lavoro. Mentre nel Regno Unito, in quello stesso anno, sono state invece l’8,38% per complessivi 44mila nuovi occupati.

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