E se non fosse il sistema duale tedesco la soluzione formativa per Industry 4.0?
MASSAGLI E., Alternanza formativa e apprendistato in Italia e in Europa, Studium, Roma, 2016
La monografia di Emmanuele Massagli è preziosa sotto molteplici punti di vista. In primo luogo aiuta il lettore, sia esso un addetto ai lavori o un semplice curioso, a conoscere nel dettaglio le peculiarità del modello duale tedesco, ovvero il più citato e lodato sistema formativo dell’Occidente, l’unico capace di garantire crescente occupazione giovanile anche in questi anni di crisi economica.
Il prof. Massagli non si ferma però alla analitica descrizione delle caratteristiche positive, ma, in secondo luogo, dedica ampio spazio anche alla riflessione sulle ombre dell’apprendistato germanico. In particolare l’Autore osserva i limiti di questo modello in un mercato del lavoro sempre più orientato alla conoscenza, alla adattabilità, alla frammentazione dei percorsi lavorativi.
Le imprese hanno meno bisogno che in passato di lavoratori addestrati a mansioni specifiche e cercano collaboratori capaci di affrontare il cambiamento, imparare continuamente, pensare lateralmente. Ecco la tesi dell’Autore: se l’apprendistato inteso come politica di contrasto alla disoccupazione giovanile non è in grado di fare emergere queste competenze, l’apprendistato inteso come dispositivo didattico del metodo della alternanza formativa è invece la più efficace strategia pedagogica per formare il lavoratore del futuro. Occupabile non perché riempito di nozioni tecniche specifiche, ma perché persona integralmente formata, tanto “in teoria”, quanto “in pratica”. Ulteriore passaggio: è quindi assolutamente giustificata la crescente attenzione politica verso l’alternanza tra formazione e lavoro, uno dei capitoli principali della recente riforma La Buona Scuola.
Tenendo però fermo il “nota bene” esplicitato da Massagli: «l’operazione di affermazione del metodo dell’alternanza è impossibile da innestarsi in un sistema scolastico concepito alla radice secondo altri principi, diventati dogmatici col tempo. L’imposizione di legge è sterile negli effetti e, anzi, più facilmente si trasformerà in ostacolo se la preoccupazione dei dirigenti scolastici sarà polarizzata dalla burocratica necessità di adempiere l’obbligo e non dalla pedagogica attenzione alla costruzione di percorsi realmente formativi». La sfida del futuro è allora quella di ripensare la scuola e la formazione professionale italiana riscoprendo la centralità della alternanza formativa (e, quindi, dei tanti dispositivi che la concretizzano) in ogni processo che voglia essere profondamente educativo.