La mutazione genetica delle famiglie italiane
Marco Morino – Il Sole 24 Ore
Dopo questa crisi, quando passerà, nulla sarà più come prima. Ne sono convinti anche gli esperti di consumi. Dalle ultime indagini condotte sullo stile di vita degli italiani e sulla spesa futura delle famiglie arriva un’indicazione netta: anche se ci dovesse essere una ripresa dell’economia, i consumatori non tornerebbero più quelli di una volta. Nella ricerca realizzata da GFK Eurisko per l’Osservatorio Non Food 2014 di GS1 Italy/Indicod-Ecr emerge forte la convinzione che anche se cambiasse il ciclo economico, le esperienze innescate dagli ultimi sei anni di ristrettezze e incertezze economiche avrebbero ormai lasciato un segno talmente forte da diventare parte integrante dei consumatori. Più attento alla spesa, agli sprechi, al rapporto qualità prezzo e sempre più digitale. Ecco come sarà il consumatore di domani.
La grande crisi, ma anche le nuove tecnologie hanno prodotto una sorta di mutazione genetica delle famiglie italiane. La recessione sta cambiando gli stili di consumo, all’insegna della frugalità e della condivisione, secondo il rapporto Coop 2014 “Consumi & Distribuzione”. I cordoni della borsa sono stati ristretti in quasi tutti i settori, con l’eccezione dei prodotti tecnologici e del cibo di qualità. Le speranze di ripresa dei consumi sono rimandate al 2015, anche se ci vorrà ancora molto tempo per rivedere i livelli del 2007. Dallo scoppio della crisi internazionale a oggi, infatti, il reddito disponibile degli italiani è calato di 2.700 euro. Lo studio fa luce sull’evoluzione degli stili di consumo durante la grande crisi. Si sono ridotti sensibilmente gli spostamenti, gli acquisti di abbigliamento e la spesa per il divertimento, ma non si è rinunciato alla qualità dell’alimentazione (crescono i consumi di cibo vegano e biologico) e alle ultime novità della tecnologia (in primis gli smartphone).
Tra le tendenze emergenti si segnala soprattutto il decollo della spesa via Web: ormai il 46% degli italiani utilizza Internet in mobilità, per una media di due ore al giorno, andando a caccia di occasioni in tutti i settori di consumo. E a conferma di un mutamento generale degli stili di vita arrivano anche i dati sui consumi di carburanti: nei primi otto mesi dell’anno gli acquisti di benzina e gasolio risultano in flessione dell’1,4%. Un trend negativo che inizia a pesare sul gettito nonostante l’aumento della pressione fiscale degli ultimi tempi. Per colpa della crisi dei consumi, anche il Fisco incassa meno. A conti fatti, solo i prodotti biologici sembrano non risentire della crisi. Secondo i dati elaborati da Nomisma, dal 2005 a oggi questo comparto ha fatto registrare una crescita delle vendite nell’ordine del 220 per cento. E il trend è destinato a proseguire senza flessioni anche nel 2015.