Le troppe tasse e le banche uccidono il mercato della casa
Francesco Forte – Il Giornale
Il dopo ferragosto comincia con una brutta notizia, che riguarda la casa in Italia: i mutui immobiliari non beneficiano abbastanza del basso costo del denaro, dovuto al bassissimo tasso (appena lo 0,25%) della Banca centrale europea.
La differenza salta subito all’occhio facendo il confronto con il resto d’Europa: comprare casa con il mutuo a maggio costava il 3,1% annuo nel nostro Paese, mentre nel resto del Vecchio continente costa il 2,71%. E oltre al costo del mutuo c’è quello delle imposte patrimoniali, che in due anni sono aumentato del 107% secondo le stime diffuse ieri dalla Confartigianato, che sono una media per tutti gli immobili e non comprendono ancora il rincaro dovuto alla Tasi, il cui livello in molte città non è stato ancora determinato.
Non solo. La prima casa, che al tempo di Berlusconi, cioè sino al 2011, era esonerata dalla patrimoniale, prima con Monti, poi con Letta e ora con Renzi invece è tassata. La conseguenza è stata una contrazione dell’industria delle costruzioni. I cui risultati sono evidenti da queste cifre: le imprese del settore sono diminuite del 2,71% e gli occupati si sono ridotti del 4,8%, di circa 70mila unità, oltre lo 0,3 per cento degli occupati. Aggiungendo i posti persi nelle industrie che lavorano per l’edilizia da quelle dei laterizi, a quella delle piastrelle e del vetro e i posti persi nelle industrie e nei servizi che riguardano i nuovi immobili, ne risulta un rilevantissimo contributo alla crescita dei disoccupati e alla stagnazione della nostra economia.
Occorre anche aggiungere che si è creato un circolo vizioso fra la crisi delle industrie dell’edilizia e connesse e il costo dei mutui immobiliari, dovuto al fatto che le banche hanno, ora, parametri patrimoniali che rendono per loro difficile espandere più che tanto il credito. Tali parametri sono intaccati dalle perdite sui crediti concessi negli anni passati. Ciò non tanto per i muti immobiliari, che in Italia, a differenza che in altri Paesi, sono chiesti e concessi con maggior cautela, quanto nei prestiti alle imprese, in particolare dell’edilizia e del mercato immobiliare e delle industrie e dei servizi connessi, andate in difficoltà, con la crisi causata dalla nuova tassazione patrimoniale.
Ecco la sequenza della spirale perversa, che è stata scatenata dagli “apprendisti stregoni” della vetero sinistra italiana, al potere dalla fine del 2011, che credevano che la tassazione patrimoniale degli immobili e soprattutto della prima casa, servisse per l’equità (Monti aveva addirittura denominato «salva Italia» la sua manovra, in cui campeggiava la patrimoniale immobiliare, di cui la tassazione della prima casa era, per lui, uno degli strumenti maggiori del “salvataggio”).
Il mercato immobiliare viene depresso dalla nuova patrimoniale immobiliare e da altri tributi sul risparmio come il rincaro del bollo sui costi correnti. Prima scricchiola, poi crolla l’industria edilizia. Molte imprese edilizie e di settori a monte e a valle di essa vanno in crisi. La loro occupazione si riduce. I mutui a molte di queste imprese si incagliano o diventano insoluti. I parametri patrimoniali delle banche peggiorano perché i loro cespiti immobiliari perdono valore e così le perdite bancarie si accrescono. In questa spirale perversa, il credito diventa più difficile, anche per i mutui immobiliari. Tanto più che le famiglie hanno meno valori immobiliari da offrire in garanzia, perché il prezzo delle case è sceso per effetto della crisi economica. L’industria edilizia subisce nuove contrazioni con un aumento della disoccupazione.
Se questa è giustizia sociale, anche Bin Laden può aspirare alla beatificazione. La ricetta equa è opposta. Per rilanciare l’economia e l’occupazione serve una industria delle costruzioni che va. In altri Paesi, la ripresa del mercato delle costruzioni e di quello immobiliare ha fatto da volano all’intera economia. Bisogna quindi moderare la tassazione degli immobili, onde i mutui e gli investimenti immobiliari riprendano vigore e le famiglie possano avere più benessere.