Blasoni su Panorama: “Vi spiego perché siamo la lumaca d’Europa”
Massimo Blasoni – Panorama
Stiamo uscendo dalla crisi? La realtà non induce ad essere ottimisti. La ripresa registra un misero 0,7% nel 2015 quando nel resto d’Europa c’è chi va ben oltre: la Spagna è cresciuta del 3,4% e il Regno Unito del 2,3%. Peraltro né deficit né debito nel nostro Paese scendono. Anzi, quest’ultimo è aumentato negli ultimi due mesi di oltre 26 miliardi raggiungendo sostanzialmente il suo massimo storico. La spesa pubblica, al di là di ogni proposito di spending review, negli ultimi tre anni è continuata a incrementarsi in valori assoluti.
Queste difficoltà del “sistema Italia” si riflettono pesantemente anche sulla vita delle nostre imprese e rendono difficile la competizione con gli altri partner europei. Per darne un’idea proviamo con il confronto Italia – Germania utilizzando i dati di Doing Business, il rapporto annuale della Banca Mondiale sulle principali economie. Paragoniamo due imprenditori, uno brianzolo e uno bavarese, che vogliono sviluppare un’analoga attività manifatturiera.
Supponiamo che, per insediare la loro impresa, debbano costruire un edificio. Il nostro imprenditore attenderà mediamente la concessione edilizia 227 giorni contro i 96 del suo competitor tedesco: un maggior costo dovuto soprattutto alla burocrazia. Le start up ovviamente necessitano di credito bancario e tristemente l’imprenditore italiano scoprirà che i suoi prestiti costano il 20% in più. Anche l’energia necessaria alla produzione in Italia è più cara, è notorio, esattamente del 14%. Inoltre, la velocità dei nostri download è assai più lenta: siamo i penultimi in Europa. Se poi i beni prodotti saranno venduti alla Pubblica Amministrazione la disparità diventerà eclatante. Lo Stato in Italia paga mediamente a 144 giorni, in Germania gli stessi debiti vengono saldati in 19.
Dobbiamo peraltro auspicare che il nostro imprenditore non debba far valere i suoi diritti in una disputa commerciale in tribunale. Si troverebbe difatti ad affrontare uno dei peggiori sistemi giudiziari al mondo. Il rating internazionale ci classifica 111esimi, la Germania invece è al 12esimo posto. E se va riconosciuto che il costo del lavoro è più alto oltralpe, a rendere incontestabile la condizione di svantaggio delle nostre imprese è il dato relativo alla pressione fiscale. La total tax rate, cioè l’insieme di tasse e contributi sui profitti, ci vede ai vertici in Europa. Ogni imprenditore in Italia lascia allo Stato il 64,8% dei propri profitti. Ben diverso il prelievo per il suo concorrente tedesco: il 48,8%.
Si aggiunga che il numero degli adempimenti per pagare le tasse è quasi doppio in Italia, 14 contro 9. Ovviamente i tedeschi sono i primi della classe – qualcuno dirà – e per questo il paragone è impietoso. Purtroppo è così anche nel raffronto con molti altri Paesi, ad esempio la Gran Bretagna. Non è un caso che il regno di Sua Maestà cresce a un ritmo tre volte superiore al nostro.
da “Panorama” del 14 gennaio 2016