Permessi e distacchi sindacali dimezzati
Claudio Tucci – Il Sole 24 Ore
Scatterà dal 1° settembre il dimezzamento alle prerogative sindacali stabilito dal dl Madia. Entro il 31 agosto tutte le sigle dovranno comunicare alle amministrazioni la revoca dei distacchi «non più spettanti» (sono interessati circa mille lavoratori che quindi tra cinque giorni rientreranno negli uffici). Il taglio del 50%, finalizzato «alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa pubblica», interesserà anche i permessi retribuiti. Ma non i permessi sindacali attribuiti alle Rsu (questo perché non sono attribuiti alle singole organizzazioni sindacali). E la riduzione prevista dal dl Madia non si applicherà anche «alle aspettative sindacali non retribuite, ai permessi non retribuiti e ai permessi per la partecipazione a riunioni sindacali su convocazione dell’amministrazione per il solo personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia (ciò in quanto per essi non è previsto alcun contingente).
La titolare di Palazzo Vidoni, Marianna Madia, ha reso nota ieri la circolare che attua la sforbiciata del 50% alle prerogative sindacali nelle pubbliche amministrazioni prevista dall’articolo 7 del dl 90. Per le forze di polizia ad ordinamento civile e per il corpo dei vigili del fuoco si prevede, in sostituzione della riduzione del 50%, che alle riunioni sindacali indette dall’amministrazione «possa partecipare un solo rappresentante per sigla sindacale».
Sul fronte dei distacchi (che nella Pa corrispondono a un’aspettativa retribuita con la sospensione dell’attività lavorativa) la circolare specifica che la riduzione «non si applica nell’ipotesi di attribuzione all’associazione sindacale di un solo distacco». Il contingente complessivo dei distacchi, rideterminato in virtù dell’articolo 7 del dl Madia, potrà essere nuovamente ripartito tra le sigle sindacali con le relative procedure contrattuali e negoziali. In tale ambito, specifica la nota di Palazzo Vidoni, sarà possibile definire, «con invarianza di spesa», forme di utilizzo compensativo tra distacchi e permessi sindacali.
Il distacco revocato dà diritto al rientro al lavoro (il posto viene infatti accantonato). Si può tuttavia far domanda per essere trasferiti in altra sede della propria amministrazione quando si dimostri di aver svolto attività sindacale e di aver tenuto il domicilio nell’ultimo anno nella sede di richiesta ovvero in altra amministrazione anche di diverso comparto della stessa sede. Una sorta di mobilità, anche interdipartimentale, che va comunque applicata, spiega la Funzione pubblica, «nel rispetto dei principi ai quali si ispira questa disciplina con particolare riferimento ai requisiti e alle competenze professionali richiesti per il trasferimento». Nel solo comparto Scuola per il triennio 2013-2015 sono stati autorizzati 681 distacchi (in 340 torneranno quindi nelle scuole), con un risparmio di oltre 10 milioni annui (nel caso dei docenti si eviteranno le nomine dei supplenti).
La riduzione del 50% si applica anche al monte ore complessivo dei permessi sindacali retribuiti. Nell’anno corrente, sottolinea Palazzo Vidoni, il taglio verrà effettuato secondo il metodo del calcolo «pro-rata». Vale a dire: dal 1° gennaio 2014 al 31 agosto il contingente dei permessi sindacali spetta in misura piena, mentre dal 1° settembre al 31 dicembre, va ridotto nella misura del 50 per cento. Con la conseguenza, pertanto, che dal 1° settembre, qualora in seguito alla riduzione e alla rideterminazione del contingente le associazioni sindacali abbiano esaurito il relativo contingente a disposizione, «le medesime non potranno più essere autorizzate alla fruizione di ulteriori ore di permesso retribuito».
La circolare specifica come nel caso in cui i sindacati abbiano comunque utilizzato prerogative sindacali in misura superiore a quelle spettanti nell’anno dovranno restituire il corrispettivo economico delle ore fruite e non spettanti. In difetto l’amministrazione compenserà l’eccedenza l’anno successivo (fino al completo recupero). Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, «non è con il taglio di distacchi e permessi che si risolvono i problemi della Pa. Basta demagogia. Ci aspettiamo ora che il Governo rinnovi i contratti dei pubblici dipendenti fermi scandalosamente da ben sette anni». Il taglio «chiaramente metterà in difficoltà», ma «siamo forti e continueremo ad esercitare la nostra funzione» sottolinea Michele Gentile, responsabile Cgil dei settori pubblici.