Raccontare la verità sui conti in dissesto
Massimo Tosti – Italia Oggi
A mettersi nei panni di Matteo Renzi c’è da sudare freddo. Domani il consiglio dei ministri dovrebbe varare le riforme della scuola e della giustizia e, soprattutto, lo Sblocca Italia, il provvedimento destinato a ridare slancio all’economia. Ma il ministro competente Pier Carlo Padoan incontra difficoltà pressoché insormontabili nel reperimento delle risorse necessarie per lo sblocco. L’impressione è che per troppi anni (più probabilmente decenni) i governi abbiano rinunciato a mettere ordine nei conti dello Stato, con il risultato che oggi è persino difficile raccapezzarsi fra gli impegni di spesa e le prospettive di entrata. È un po’ come se una famiglia avesse perso il controllo della propria situazione patrimoniale, accendendo mutui e firmando cambiali molto al di sopra delle prospettive di guadagno: a un certo punto i nodi vengono al pettine (e gli ufficiali giudiziari bussano alla porta), ma nessuno in famiglia ha un quadro realistico della situazione. Carlo Cottarelli (responsabile della spending review) sta cercando di capirci qualcosa e sta compiendo un lavoro apprezzabile (ma non si sa quanto apprezzato dal presidente del consiglio): l’ultima indagine l’ha riservata alle aziende partecipate, con il risultato di mettersi le mani nei capelli verificando gli sprechi e i debiti accumulati da amministratori distratti (o incapaci, o preoccupati soltanto di assumere amici e amici degli amici in aziende inefficienti e strangolate da un personale pletorico e raccomandato).
Cottarelli si comporta come un tutore al quale il tribunale ha affidato il compito di rimettere in ordine i conti di un capofamiglia appena deceduto che ha lasciato un’eredità confusa e gravata di debiti. Il problema è che il governo non può accettare l’eredità incassata con beneficio di inventario. Ma è già positivo che si stia dando da fare per cercare di correggere i vizi del passato. Probabilmente ci vorranno anni (altro che mille giorni) per raddrizzare i bilanci e rimettere l’Italia in cammino verso la ripresa. L’unico appunto serio che si può rivolgere a Renzi è che, fino ad oggi, non ha avuto il coraggio di raccontarci tutta la verità. E pensare che Monti, l’economista, vedeva la luce in fondo al tunnel.