Le riforme annunciate adesso non bastano più
Marco Bertoncini – Italia Oggi
L’invito del commissario europeo Katainen (Non basta mettere in agenda le riforme, bisogna applicarle) riecheggia stimoli di molti commentatori. Siccome la fase fabulatoria di Matteo Renzi procede, è invitato a smetterla con frasi a effetto, messaggini, battute. Gli arrivano esortazioni a riflettere sulle priorità.
Nella situazione economica e finanziaria, nella condizione dei conti pubblici, con la salita del debito e del peso fiscale, anche da personaggi favorevoli al riformismo predicato da R. giungono consigli: scelga, presto, quali siano le riforme meglio rispondenti alle esigenze di questi mesi. E tenga presente la condizione di Camera e Senato. Finora Renzi ha peccato (per presunzione?; per ignoranza?) di sottoconsiderazione per tempi, riti, problemi, numeri in Parlamento. Non tiene in sufficiente conto, per esempio, la legge di Stabilità, con relative sessioni di bilancio. Eppure al medesimo strumento legislativo sono state rinviate decine di disposizioni originariamente previste nel decreto- legge sblocca Italia (e non solo in esso), uscito pesantemente ridimensionato rispetto all’originale.
È diffuso, insomma, l’invito a lasciar andare le promesse sulla rivoluzione totale, quasi su una rinnovata «ricostruzione futurista dell’universo», per passare a poche indispensabili riforme, immediatamente attuabili, che producano effetti tanto entro poco tempo quanto in futuro. Non si tratta soltanto di rispondere a quel che (si dice spesso a vanvera) ci è chiesto dall’Europa, dalle organizzazioni internazionali, dalla Banca europea ecc. Si tratta di darsi alcuni obiettivi, grandi e strategici, e d’imporli, prima di tutto al Pd, poi alle Camere. Altrimenti, è facile prevedere una nemmeno lenta corrosione del fenomeno Renzi.