Scontrini elettronici e unica banca dati, così cambierà la lotta all’evasione

Luca Cifoni – Il Messaggero

La lotta all’evasione punta tutto sulla tecnologia. Utilizzo massiccio delle banche dati, ricorso alla fatturazione elettronica in tutte le transazioni, oltre ad un’ulteriore spinta alla smaterializzazione (e dunque alla tracciabilità) del mezzi di pagamento sono i cardini della nuova strategia di un fisco che vorrebbe essere allo stesso tempo più semplice ed efficiente ma anche più rispettoso delle esigenze del contribuente. La missione si presenta chiaramente non facile, anche perché mentre si progettano strumenti e procedure non viene certo meno l’urgenza del riequilibrio dei conti; e visto che il governo esclude nuove tasse, il contributo al miglioramento del bilancio pubblico ed al finanziamento delle misure per la crescita dovrà arrivare oltre che dalla revisione della spesa proprio dalla tendenziale chiusura del tax gap tra le basi imponibili e i gettiti effettivi.

Il nuovo approccio dovrebbe essere accompagnato da un’opera di radicale semplificazione, di cui sono state poste quanto meno le premesse con la legge delega (nelle prossime settimane dovrebbe essere pronto il decreto attuativo su questo specifico tema). E qualche ulteriore novità potrebbe essere inserita anche nella legge di Stabilità, a metà ottobre. In molti casi si tratta di estendere, potenziare, e mettere a fattor comune risorse tecnologiche che già esistono ma non sono sfruttate come potrebbero. È il caso ad esempio delle banche dati dell’Anagrafe tributaria, che a loro volta dialogano con quelle di altri colossi pubblici come l’Inps. Uno dei progetti più interessanti si chiama “Vista unica del contribuente”; ne ha accennato anche Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, nell’audizione di mercoledì davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria.

L’idea è sulla carta piuttosto semplice: concentrare tutte le informazioni sul contribuente in un formato facilmente consultabile e renderle accessibili con pochi clic. E soprattutto – questo è l’aspetto potenzialmente più dirompente – metterle a disposizione dello stesso interessato, che potrà consultarle con le stesse modalità semplificate. In altre parole i contribuenti avranno la possibilità di prendere visione di tutto quello che il fisco sa di loro. Proprio tutto: non solo i redditi (già sommati se provenienti da fonti diverse), ma anche i passaggi di proprietà ricavati dal registro, le varie utenze, i mutui, i rapporti bancari ed addirittura le spese sostenute, aggregate per tipologia di bene. Tutte informazioni che già affluiscono in varie banche dati le quali però non possono essere consultate in modo univoco perché i diversi archivi per lo più non comunicano tra loro. È evidente l’intento di stimolare quella che si definisce compliance, o adesione spontanea. Verificando i dati messi in fila dall’amministrazione fiscale, il contribuente potrà farsi un’idea anche delle possibili verifiche a cui rischia di andare incontro ed eventualmente regolarsi di conseguenza. Un approccio in qualche modo morbido, che però non esclude l’effettivo avvio dei controlli proprio sulla base di quei dati.

L’altro grande fronte è quello della fatturazione elettronica. Attualmente è in vigore l’obbligo nei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione. Ma con la stessa infrastruttura tecnologica potrebbe essere usata per tutti i rapporti tra impresa e impresa: la completa tracciabilità renderebbe non più necessari una serie di gravosi controlli del fisco. E si punta ad un approccio del genere anche nei confronti del commercio, con l’estensione delle procedure di trasmissione telematica dei corrispettivi che oggi tocca solo il mondo della grande distribuzione: gli attuali registratori di cassa dovranno essere sostituiti da strumenti in grado non solo di registrare le transazioni ma di inviarle in tempo reale o quasi al fisco: anche gli scontrini diventeranno quindi elettronici.