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In edicola con Il Giornale “Le virtù della proprietà” di Carlo Lottieri

In edicola con Il Giornale “Le virtù della proprietà” di Carlo Lottieri

È in edicola con Il Giornale il libro “Le virtù della proprietà”, scritto da Carlo Lottieri e nato da una collaborazione tra il Centro studi ImpresaLavoro e Confedilizia. Il lavoro si inserisce nella collana “Fuori dal coro”, serie di approfondimenti e inchieste sui temi caldi dell’attualità. Libri agili ed essenziali che aiutano i lettori a orientarsi sulle questioni del mondo contemporaneo, si tratti di religione, politica, economia, ambiente o società.

In un mondo di idee sempre più omologate, questo appuntamento settimanale esclusivo vuole uscire dal quotidiano per rispondere alla voglia di capire dei lettori. Un punto di vista controcorrente, libero dal pensiero dominante.

“Le virtù della proprietà”, disponibile in edicola a soli € 2.50 (oltre al prezzo del quotidiano), è un viaggio appassionante in difesa della proprietà privata, un pilastro dell’economia e simbolo della libertà personale, ma nel mirino di fisco e leggi. Da Aristotele a Einaudi sono moltissimi i pensatori che hanno visto nella proprietà il requisito fondamentale per una società ordinata e funzionante.

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Le imposte che soffocano la ripresa

Le imposte che soffocano la ripresa

Corrado Sforza Fogliani, presidente Centro studi di Confedilizia – Il Giornale

Il centro studi ImpresaLavoro di Udine, presieduto da Massimo Blasoni, ha presentato i risultati di un’indagine sulla tassazione in Europa e l’indice della libertà fiscale che questa ricerca internazionale ha permesso di elaborare. Grazie al contributo di docenti universitari e ricercatori di dieci Paesi (Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Lituania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Svizzera), il centro studi ha esaminato il sistema tributario in Europa e la classifica che ne è risultata ha collocato al primo posto la Svizzera e agli ultimi due la Francia e l’ltalia.

La graduatoria è stata il frutto della combinazione di quattro fattori: il prelievo tributario complessivo; l’imposizione fiscale descritta dall’Itr in relazione al reddito tassabile da lavoro, capitale e consumi; la semplicità (o complessità) delle procedure burocratiche necessarie all’adempimento degli obblighi tributari;la localizzazione, la responsabilizzazione e la concorrenza dei livelli territoriali del prelievo. Il quadro finale, secondo Blasoni, «descrive un’Europa in cui il fisco appare non asfissiante nelle nuove democrazie post­comuniste e nella piccola Svizzera, mentre i maggiori Paesi (Italia e Francia in primis) derivano la loro difficoltà a crescere soprattutto da una tassazione davvero troppo elevata, conseguente alla sproporzione esistente tra settore pubblico e privato».

La ricerca è disponibile a questi indirizzi, digitando la password «indicefiscale»:

http://impresalavoro.org/indice­liberta­fiscale­2015/
http://irnpresalavoro.org/ranking­liberta-fiscale­in­europa/
http://impresalavoro.org/indice­liberta­fiscale­2015­infografiche/

Stabilità, deluso l’immobiliare

Stabilità, deluso l’immobiliare

Italia Oggi

La Confedilizia è stata ascoltata in audizione dalla commissione bilancio della Camera dei deputati in merito al disegno di legge di stabilità. Per la prima volta in almeno vent’anni, però, l’organizzazione storica della proprietà immobiliare non ha depositato in Parlamento un documento illustrativo della propria posizione né formulato alcuna specifica proposta. Ciò, segnala una nota della Confederazione, per denunciare in modo manifesto l’assenza di un sia pur minimo segnale di attenzione al settore immobiliare nel provvedimento principale del governo in materia economica.

La situazione di gravissima crisi in cui versa il settore immobiliare, ha rilevato la Confedilizia, è talmente conclamata che non necessita neppure di essere illustrata al Parlamento. Da tre anni a questa parte, sugli immobili si è abbattuta un’offensiva fiscale senza precedenti che ha portato i proprietari a versare nel solo 2014 quasi 28 miliardi di imposte rispetto ai 9 del 2011 e l’Italia ad avere una imposizione sul settore quasi doppia rispetto a quella media dei Paesi Ocse (2,2% contro 1,2%). Un carico tributario talmente elevato e dirompente che avrebbe messo in ginocchio qualsiasi comparto dell’economia. E che, puntualmente, ha provocato la conseguenza che è sotto gli occhi di tutti: abbattimento del valore degli immobili di duemila miliardi, vero e proprio «furto legalizzato»; riduzione dei consumi dovuta alla consapevolezza, nei proprietari, del depauperamento del proprio investimento e perdita delle garanzie per il futuro che la proprietà di un immobile dava.

Effetti, già gravissimi, ai quali se ne stanno aggiungendo due ulteriori, ancora più inquietanti, negli ultimi mesi: la distruzione delle case da parte degli stessi proprietari, per renderle non assoggettabili a tassazione, e la rinuncia ai propri beni a favore dello stato in base alla normativa del codice civile.
In questo quadro, ha sottolineato la Confedilizia, il fatto che il disegno di legge di stabilità non contenga alcuna misura per l’immobiliare e consolidi così una politica di tassazione del risparmio e dell’investimento in edilizia, non può che lasciare sconcertati. Specie se si pensa che un messaggio di fiducia come quello della riduzione di un quasi simbolico 3% delle rendite catastali, aumentate del 60% dal governo Monti e confermate in tali termini dai governi successivi, sarebbe costato non più di 7-800 milioni di euro e che fondi immobiliari e società di investimento immobiliare quotate (Siiq, due in tutta Italia, fra cui una delle cooperative) e non quotate (Siinq) godono ogni anno di oltre 500 milioni di euro di sgravi fiscali e hanno appena ottenuto ulteriori 30 milioni di euro di agevolazioni col decreto Sblocca Italia e la liberalizzazione dei soli grossi comparti (centri commerciali ecc.) di cui sono proprietari.