Per le imprese l’incognita dell’imposta versata dalla PA
Matteo Mantovani e Benedetto Santacroce – Il Sole 24 Ore
La lotta alle frodi Iva si arricchisce di un nuovo strumento: lo split payment nelle operazioni effettuate con la Pa. Il Ddl di Stabilità 2015 prevede, in estrema sintesi, che l’imposta venga versata dal soggetto pubblico che acquista un bene o un servizio da un privato. Il fornitore, pertanto, riceve dal cliente l’importo fatturato al netto dell’Iva. Il meccanismo serve a inibire le frodi basate sul missing trader, in cui il debitore dell’imposta, dopo averla riscossa dal proprio cliente, omette di versarla per poi “scomparire”. Lo split payment riguarderà solo i rapporti di fornitura (di beni e servizi) con lo Stato, gli organi dello Stato e, in generale, con tutti gli enti pubblici, laddove l’operazione non sia assoggettata al reverse charge. La Pa, pertanto, assume il ruolo istituzionale di collettore del gettito Iva verso l’erario.
Non mancano, però, le incognite. Sia perché il sistema – solo tratteggiato nel Ddl – non sarà implementabile se non previa autorizzazione dell’Ue e le modalità tecniche di funzionamento saranno dettagliate in seguito con un decreto ministeriale. Sia perché rischia di creare complicazioni ai fornitori sotto il piano degli adempimenti e su quello finanziario. Il fatto che il cedente/prestatore emette nei confronti della Pa una fattura con Iva esposta (come sembra emergere dalla relazione al Ddl Stabilità) crea il problema di come gestire contabilmente tali documenti. Le imprese saranno chiamate a modificare i sistemi informatici tenuto conto che alla rivalsa dell’Iva non conseguirà un’entrata finanziaria e la relativa imposta (solo esposta) non andrà computata a debito nella liquidazione di periodo. Sarebbe più semplice consentire la fatturazione senza Iva, ma oggi manca un valido titolo per non applicare l’imposta.
Sul versante finanziario, lo split payment porta coloro che lavorano prevalentemente con la Pa a trovarsi in una costante situazione di credito Iva. Certo, a tali soggetti è esteso il diritto al rimborso, sia annuale che trimestrale, dell’eccedenza a credito. Tuttavia, il rimborso è vincolato al trascorrere di tempi tecnici: ciò può condurre a squilibri nei flussi di cassa, con la conseguente necessità per le imprese di rivedere la gestione della tesoreria. Inoltre il Dlgs semplificazioni (atteso all’approvazione definitiva del Governo dopo il secondo parere parlamentare) mira a facilitare la procedura di rimborso Iva eliminando la prestazione delle garanzie: questo in parte mitiga l’onerosità della procedura ma non risolve il problema legato ai tempi. Del resto, le difficoltà dello split payment sono state segnalate anche a livello comunitario. La comunicazione sul futuro dell’Iva – Com(2011)851 – riporta che la proposta di implementazione di tale sistema ha suscitato reazioni tendenzialmente negative da parte di imprese e consulenti, preoccupati dell’impatto che lo split payment può produrre sul flusso di cassa e sui costi di conformità.