Le “piccole” che battono la crisi

Andrea Biondi Il Sole 24 Ore

La Nuceria Adesivi (55 milioni di euro ), nata a metà degli anni 80 con sede a Nocera Superiore e attiva nel settore delle etichette e dei nastri adesivi è una delle aziende (che si contano sulle dita di una mano) autorizzate a produrre i bollini ottici farmaceutici. «Abbiamo creato un software che ci permette di dialogare in real time con i programmi dei clienti, che in genere sono multinazionali della cosmesi e della detergenza», spiega il direttore generale Guido Iannone, 30 anni. 

Ma fra chi ha legato il suo core business a innovazione e digitale un testimonial d’eccellenza è anche la Sigma, attiva nell’automazione industriale, 44 milioni di ricavi, con sede ad Altidona (Fermo), di cui tutti hanno inconsapevolmente contezza quando si avvicinano a bancomat o biglietterie self service (che produce). Altro caso è quello di EidosMedia, numero uno mondiale nel settore dei sistemi editoriali, con sede a Milano che ha fra i maggiori clienti «anche Newscorp », dice Gabriella Franzini, amministratore delegato di questa azienda da 40 milioni di euro di fatturato e 220 dipendenti «a oggi». 
Sono solo tre dei casi di cui si è parlato ieri a Milano durante la presentazione dei risultati dell’Osservatorio Pmi di Global Strategy. “Pmi italiane fra tradizione e innovazione” era il titolo del convegno – organizzato a Milano in collaborazione con Borsa italiana, con il supporto di Schroeders Wealth management e dello studio Negri-Clementi e cui hanno partecipato anche Fabio Vaccarono (Google Italia) e Alberto Baban (Piccola industria di Confindustria) – durante il quale sono stati presentati i dati. «Siamo onorati – dichiara Ugo Formenton, Head of Business Development di Schroders Wealth Management – di sostenere questa iniziativa che mettere in luce le storie di imprenditori che, nonostante le difficoltà, hanno saputo dimostrare di eccellere». La ricerca , spiega Antonella Negri Clementi, presidente e ad di Global Strategy «evidenzia come in Italia esista un gruppo di aziende che, nonostante operi in settori maturi, ha scelto di puntare su innovazione e internazionalizzazione». 
A questa passerella di positività hanno contribuito anche i casi di Elemaster (apparati elettronici), Foscarini (apparecchiature per illuminazione di design), Fabiana Filippi (tessile), per quelle che lo studio ha catalogato come Pmi “eccellenti”: aziende che crescono a un ritmo 3 volte superiore alla media del settore e a dispetto della crisi hanno raddoppiato il loro reddito operativo negli ultimi 5 anni, rafforzando la propria solidità solidità finanziaria, all’interno di un universo di 8mila aziende con fatturaro fra 20 e 250 milioni di euro. 
Nel dettaglio, si tratta di 327 Pmi “eroiche” con tassi di crescita medi annui del fatturato tre volte superiori rispetto all’universo di riferimento (+10% contro +3%) e un reddito operativo che è cresciuto nel periodo 2008-2012 del 19% medio annuo (contro una diminuzione media del 3% da parte delle Pmi “normali”). Si tratta di imprese che operano in settori maturi (oltre il 30% appartiene alla meccanica e alla metallurgia), anche se si assiste a una progressiva affermazione di quelle di servizi principalmente attive nello sviluppo software. In secondo luogo, tre su quattro sono situate nel Nord Italia (73%); solo il 7% in Sud e Isole. E ancora, si tratta di aziende dalla forte vocazione globale: realizzano infatti quasi il 40% del loro fatturato all’estero, e prevedono di incrementare tale quota nei prossimi tre anni mediamente del 9 per cento
L’ospite d’onore ieri è stata però soprattutto l’innovazione digitale. In effetti, le Pmi eccellenti sono fortemente orientate all’innovazione: investono ben il 5% del loro fatturato in ricerca e sviluppo. In particolare, è interessante notare che la maggior parte di questo budget (53%) è ancora destinato al miglioramento del prodotto, mentre gli investimenti in digitalizzazione sono pari al 15 per cento. Il 73% degli imprenditori ritiene poi che l’uso e lo sviluppo di piattaforme digitali potrebbe rappresentare un valido sviluppo alla crescita internazionale.
Se queste sono opportunità da cogliere, ancora ieri da Bruxelles, con un report della commissione Ue, arrivava un richiamo “sulla terra”. Solo per dare un numero: la copertura della banda larga fissa da 144 Kbps in Italia è del 98,5% (media Ue: 97,1%), ma la copertura Nga è del 20,8% (pur se in crescita del 48%), contro una media Ue del 61,8 per cento.