massimo blasoni

Più occupati tra gli extra Ue

Più occupati tra gli extra Ue

Massimo Blasoni – Metro

I Paesi europei in cui i cittadini stranieri sono occupati più e meglio dei cittadini nazionali si contano sulle punte delle dita di una mano. L’Italia è uno tra questi. Analizzando gli ultimi dati Eurostat disponibili, quelli del 2014, si scopre infatti che il tasso di occupazione dei cittadini italiani nel nostro Paese è del 55,4%, quasi dieci punti percentuali in meno della media Ue (65,2%). In Europa, solo Grecia e Croazia hanno un mercato del lavoro meno efficiente del nostro.

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Blasoni: Meno Stato e più privato, così l’Italia riparte

Blasoni: Meno Stato e più privato, così l’Italia riparte

di Massimo Blasoni – Panorama

Cosa può fare lo Stato per riacquistare credibilità ed efficienza da tempo perdute? Deve ridurre al minimo il perimetro della sua azione, lasciando all’iniziativa dei privati la gestione di settori e funzioni che via via le sono stati sottratti da una macchina politico-burocratica costosa, improduttiva e inefficiente. In estrema sintesi, è questa la proposta contenuta nel mio saggio “Privatizziamo!” (www.privatizziamo.it), pubblicato da Rubbettino e da poco uscito in libreria.

In queste pagine ho cercato di abbinare l’esperienza quotidiana di imprenditore alla mia antica passione liberale, avanzando una tesi tanto rivoluzionaria quanto praticabile: rendere privato pressoché tutto quello che oggi lo Stato gestisce con un intervento diretto nella produzione di beni e servizi. Lasciamogli il compito di legiferare, regolamentare e vigilare. E rimanga ovviamente pubblica la gestione della difesa, della sicurezza e della giustizia. Tutto il resto però ritorni a famiglie e imprese.

Mi chiedo ad esempio perché debba esserci una differenza di status tra dipendenti pubblici e privati. Perché un impiegato all’anagrafe e il lavoratore di un’azienda devono avere regole del gioco così diverse? Un Sindaco che voglia ben amministrare il proprio Comune oggi non è in grado di assumere, licenziare, premiare il merito o anche solo trasferire personale da un ufficio all’altro. Una volta che l’organismo politico ha adottato le proprie decisioni, la loro attuazione potrebbe essere esternalizzata o realizzata da organici privatizzati.

Quella che provo a disegnare è insomma la fisionomia di uno Stato leggero, che spende meno e che quindi può tassare di meno. Per questo consiglio in particolare la lettura del mio libro a quanti ancora credono nella necessità di aziende pubbliche. Perché l’Inps deve gestire, male, i nostri versamenti contributivi e non possiamo invece scegliere la migliore offerta sul mercato? Perché non viene dismesso l’enorme e improduttivo patrimonio immobiliare pubblico e le nostre imprese sono gravate da miriadi di adempimenti burocratici che ne riducono la competitività?

L’organizzazione sociale che conosciamo non è l’unica possibile. Siamo solo abituati a pensarlo. Il fatto che uffici pubblici, scuola, sanità, trasporti (a proposto, a quando finalmente la privatizzazione di Trenitalia?), pensioni e acqua siano attività gestite direttamente dallo Stato non è frutto di un ordine necessario. Il costo dell’intermediazione politica – fatta di Cda, assunzioni ingiustificate e gestione non economica degli acquisti di fornitura – genera costi impropri che vengono fatti pagare a tutti noi. In Italia, a farla (letteralmente) da padrone, è insomma uno Stato che si improvvisa imprenditore e immobiliarista e che si è trasformato in un’idrovora fiscale pur di mantenere un apparato burocratico pletorico, a stipendio garantito e ostile all’impresa. Per superare queste inefficienze va finalmente riconsegnata a famiglie e aziende la libertà di scegliere come e quando spendere le proprie risorse. E c’è un solo modo per farlo: Privatizziamo!

 

Così l’Italia #cambiaverso?

Così l’Italia #cambiaverso?

Massimo Blasoni – Metro

Intervenendo lunedì scorso ai lavori della commissione Affari economici e finanziari del Parlamento Europeo, Mario Draghi ha rivendicato come circa la metà della ripresa degli ultimi due anni sia stata determinata dalla politica di stimolo della Bce. «L’altra metà della crescita del Pil della zona euro – ha aggiunto – è stata dovuta al basso prezzo del petrolio. È sempre più chiaro che i governi dovrebbero sostenere questa ripresa con investimenti pubblici e una tassazione più bassa». Nell’Unione Europea gli investimenti pubblici sono infatti calati di 47,7 miliardi rispetto ai massimi registrati nel 2009 (454,9 miliardi). Un dato ancora più marcato nell’area euro: dai 337,7 miliardi del 2009 si è passati ai 275,3 miliardi del 2014. In termini reali siamo quindi tornati ai valori del 2005, con investimenti pubblici pari 2,9% del Pil nell’Unione Europea a 28 (rispetto al 3,7% del 2009).

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Massimo Blasoni presenta “Privatizziamo!” a Radio24

Massimo Blasoni presenta “Privatizziamo!” a Radio24

Il Presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, Massimo Blasoni, ha presentato il suo libro “Privatizziamo!” ieri pomeriggio a Radio24, ospite di Oscar Giannino alla trasmissione “La versione di Oscar“.

Ogni giorno sentiamo il nostro governo dire che la spesa pubblica si riduce e che le tasse sono più basse. Non è così….

Posted by Massimo Blasoni on Thursday, February 18, 2016

È uscito “Privatizziamo!”, il libro di Massimo Blasoni

È uscito “Privatizziamo!”, il libro di Massimo Blasoni

Cosa può fare lo Stato per riacquistare agli occhi dei cittadini credibilità ed efficienza da tempo perdute? Deve ridurre al minimo il perimetro della sua azione, lasciando all’iniziativa dei privati la gestione di settori e funzioni che via via sono stati le sono stati sottratti da una macchina politico-burocratica costosa, improduttiva e inefficiente. In estrema sintesi, è questa la proposta contenuta in “Privatizziamo!” (www.privatizziamo.it), il saggio scritto da Massimo Blasoni, edito da Rubbettino Editore e uscito in questi giorni in libreria.

Imprenditore di prima generazione, alla guida del terzo gruppo italiano attivo nella costruzione e gestione di strutture socio-sanitarie, Blasoni è anche  presidente del Centro studi ImpresaLavoro. In questo libro unisce la sua esperienza da uomo d’azienda e la sua passione liberale per tratteggiare un futuro possibile per il nostro Paese fatto di meno regole, meno Stato, meno tasse e quindi più libertà per i privati.  La ricetta è tanto semplice da sintetizzare quanto articolata nella sua proposta: per Blasoni devono restare interamente pubblici solo esercito, giustizia e polizia, in quanto garanti di sicurezza e legalità per il cittadino; tutto il resto è privato. Con il gettito tributario lo Stato acquista per i cittadini alcuni servizi – direttamente o attraverso l’assegnazione di voucher – e prestazioni di interesse collettivo sul libero mercato ma la mano pubblica si sveste del compito di produrre e gestire direttamente larghe fette della nostra economia. Quello che Blasoni disegna è uno stato leggero, che spende meno e quindi può tassare di meno ma che comprende come l’istruzione scolastica, le infrastrutture o le politiche sociali rappresentino un costo che non può essere singolarmente sopportato dal cittadino, ma che viene ripartito su tutti i beneficiari sulla base del principio di solidarietà. Solo che, a differenza di quanto avvenuto sin ora, il pubblico non pretende di garantire il diritto alla salute o all’istruzione e contemporaneamente di erogarlo.

«L’organizzazione sociale che conosciamo non è l’unica possibile. Siamo solo abituati a pensarlo» spiega Blasoni nell’introduzione del suo libro. «Il fatto che uffici pubblici, scuola, sanità, pensioni, acqua, siano attività gestite direttamente dallo Stato non è frutto di un ordine necessario». Il costo dell’intermediazione politica, fatta di consigli d’amministrazione, assunzioni ingiustificate e gestione non economica degli acquisti di fornitura, genera costi impropri che si trasformano in ulteriori tasse per i cittadini: per superare queste inefficienze c’è solo una ricetta ed è quella di riconsegnare a famiglie e imprese la libertà di scegliere come e quando spendere le proprie risorse. Una soluzione che è sopratutto un monito: Privatizziamo!

Massimo Blasoni a Virus – Rai Due

Massimo Blasoni a Virus – Rai Due

Il presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, Massimo Blasoni, è intervenuto ieri a “Virus”, su Rai Due, ospite di Nicola Porro. In collegamento, insieme a lui, il giornalista Salvatore Tramontano (Il Giornale) e il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti (Scelta Civica).

Il patrimonio immobiliare dello Stato è immenso, in realtà nemmeno del tutto censito. E’ gestito malissimo. Troppi…

Posted by Massimo Blasoni on Friday, February 12, 2016

Massimo Blasoni a MattinoCinque – Canale 5

Massimo Blasoni a MattinoCinque – Canale 5

Il presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, Massimo Blasoni, è intervenuto oggi a “MattinoCinque”, su Canale 5. Ospiti della trasmissione anche Laura Ravetto (Forza Italia), Matteo Ricci (Pd, sindaco di Pesaro e vicepresidente dell’Anci) e Susanna Messaggio.

C’è veramente qualcosa che non va se un cittadino che si difende da un ladro che entra in casa sua deve temere di essere arrestato. Oppure se si arriva al paradosso per cui il ladro chiede i danni perché è stato morso dal cane che difendeva l’abitazione, come è accaduto qualche giorno fa nella bassa bergamasca. Mettiamoci nei panni di queste persone: se entrasse qualcuno a casa mia di notte, farei di tutto per difendere la mia famiglia. Non bisogna certo arrivare al far west ma è inaccettabile che la legge non tuteli di più le vittime. Il 90% delle denunce per furto non porta a nulla e troppo spesso, se c’è una condanna, dopo pochi giorni il ladro è libero.

Posted by Massimo Blasoni on Thursday, February 11, 2016

Spending review, chi l’ha vista?

Spending review, chi l’ha vista?

Massimo Blasoni – Metro

Spending review, questa sconosciuta. Nonostante le reiterate promesse del premier Renzi, non vi è stata ancora alcuna traccia della tanto auspicata sforbiciata alla spesa pubblica. Un esempio? Nel periodo 2011-2014 la spesa erogata da Regioni ed Enti locali a favore di imprese private e pubbliche (con l’esclusione delle aziende sanitarie e ospedaliere) è rimasta costantemente al di sopra degli 8 miliardi di euro. I dati raccolti nel Siope (il Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici) ci dicono inoltre in quegli stessi anni  la spesa di questi soggetti per le partecipazioni pubbliche è aumentata di quasi un miliardo (+35%), mentre l’importo destinato alle imprese private è calato di circa 800 milioni (-17%).

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Massimo Blasoni ad Agorà – Rai Tre

Massimo Blasoni ad Agorà – Rai Tre

Il presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, Massimo Blasoni, è intervenuto stamattina ad “Agorà”, su RaiTre, ospite di Gerardo Greco. In studio, insieme a lui: David Ermini (PD) e lo scrittore Fulvio Abbate. In collegamento, Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato.

Il parlamentare del PD Davide Ermini, finita Agorà, bevendo un caffè, insisteva a dirmi: “io non sono comunista”. Non ne dubito. Certo sostenere, come ha fatto, che il sistema pubblico burocratico in Italia funzioni mi pare essere sulla luna. La spesa pubblica continua a salire e così il debito. Le pensioni gestite dall’ INPS sono un miraggio per i giovani lavoratori e non c’è giorno in cui una nuova legge o una nuova tassa non limitino la nostra libertà. Sono per un‘Italia diversa. Grazie a Gerardo Greco che mi ha consentito di presentare “Privatizziamo!”

Posted by Massimo Blasoni on Wednesday, February 10, 2016

Così il patrimonio pubblico viene svalutato sul mercato

Così il patrimonio pubblico viene svalutato sul mercato

Massimo Blasoni – Il Tempo

Alloggi occupati illegalmente, famiglie che avrebbero diritto a una casa popolare che rimangono per strada, patrimonio immobiliare pubblico in affitto a prezzi stracciati agli amici degli amici: la cronaca ci propone ciclicamente una pletora di esempi di come lo Stato imprenditore nel settore immobiliare sia completamente fallito. E questo vale sia per gli immobili che Comuni, Regioni, enti pubblici possiedono come proprio patrimonio e fanno rendere pochissimo (lo si venda subito, piuttosto che concederlo a prezzi irrisori a partiti, associazioni amiche, parlamentari dello stesso colore politico) sia con riferimento al più generale tema delle politiche abitative.

In tema di edilizia popolare, lo Stato ha finanziato enti che hanno costruito (a prezzi fuori mercato) case da destinare alle famiglie bisognose, ha scelto a chi dovessero essere concesse e infine ha deciso che la tale famiglia dovesse per forza di cose andare ad abitare in quel determinato appartamento. Risultato? Il valore del patrimonio immobiliare pubblico continua a deteriorarsi e i flussi di cassa derivanti dai canoni agevolati sono spesso inesigibili perché gli stabili sono occupati da chi non ne avrebbe diritto o perché gli inquilini sono morosi.

Una soluzione liberale a questo problema esiste e consiste nella privatizzazione. Alle famiglie bisognose si potrebbe erogare un sussidio finanziario finalizzato all’affitto di un immobile. Che non dovrà essere costruito, mantenuto, controllato dal Comune o dall’agenzia pubblica per l’edilizia popolare locale ma potrà essere liberamente contrattato nel mercato. Le famiglie potrebbero vivere in contesti da loro scelti e smetteremmo di finanziare aziende per l’edilizia popolare, cda, presidenti, direttori.

Una transizione morbida tra questi due modelli potrebbe poi avvenire con un piano di dismissione degli alloggi pubblici a favore di chi oggi ci abita e che potrebbe riscattare l’abitazione a prezzi convenienti (con l’affitto trasformato in mutuo) o ancora di cessione del patrimonio a strumenti di gestione immobiliare avanzata (fondi, società immobiliari private, ecc.) sottoposti a controllo pubblico. Tutto quello, insomma, che oggi non avviene.

Leggi l’articolo sul sito de “Il Tempo”