raffaele lungarella

Immobili, 12 decreti in ritardo

Immobili, 12 decreti in ritardo

Raffaele Lungarella – Il Sole 24 Ore

Per la semplificazione e l’accelerazione delle pratiche edilizie all’appello mancano ancora diversi decreti e regolamenti attuativi delle norme di legge che negli ultimi due anni hanno puntato a rendere più fluidi i meccanismi per i lavori e a rilanciare il mercato della casa. Anche in questo campo, l’urgenza che i governi chiamano in causa per giustificare l’emanazione di decreti legge spesso svanisce quando arriva il momento di emanare direttive e decreti ministeriali per dettagliare le misure da adottare, individuare i beneficiari di eventuali agevolazioni, stabilire criteri e modalità operative. Il record nel ritardo di attuazione, in questo campo, spetta alla semplificazione per i piccoli interventi su beni vincolati.

Autorizzazione paesaggistica
Entro il 10 febbraio del 2013 il ministero per i Beni culturali avrebbe dovuto emanare un regolamento per semplificare ulteriormente il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità. A maggio di quest’anno, il termine è stato spostato allo scorso 30 novembre, cioè a 32 mesi dall’entrata in vigore del decreto legge 5/2012, che per primo prevedeva il nuovo intervento. Se tutto procederà come previsto, il contatore dei mesi di ritardo dovrebbe fermarsi sul numero 37: il calendario dell’agenda per la semplificazione 2015-2017 del ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia annuncia che il regolamento sarà predisposto entro marzo 2015 . Il testo dovrà disciplinare anche gli interventi minimi per i quali l’autorizzazione paesaggistica non sarà più necessaria. Nel frattempo, il procedimento semplificato esistente oggi continuerà ad essere applicato agli interventi di lieve entità elencati nell’Allegato al Dpr 139/2010.

Ambiente
Continuano a essere applicati i criteri e le regole vigenti anche per la mancata emanazione di decreti e regolamenti in materia energetica e ambientale. La legge di stabilità per il 2014 (legge 147/2013) fissò alla fine dello scorso giugno il tempo a disposizione del ministero dell’Ambiente per dire ai Comuni come calcolare le tariffe per la copertura totale dei costi del servizio relativo ai rifiuti urbani. Ma i criteri non sono ancora stati decisi. Non è, invece, prevista scadenza per il decreto interministeriale con cui rivisitare le metodologie di calcolo per le prestazioni energetiche degli edifici e per l’installazione di fonti energetiche alternative, ma il decreto legge che ne prevede l’adozione (Dl 63/2013) è di giugno 2013.

Alberghi e condo-hotel
La mancata emanazione degli atti amministrativi può anche bloccare sul nascere la realizzazioni di alcuni programmi. È il caso di alcuni interventi da realizzare nel campo della ricettività alberghiera. Entro lo scorso 31 ottobre era atteso un decreto interministeriale con le indicazioni di beneficiari, tipi di opere ammissibili per riqualificare gli alberghi riconoscendo un credito d’imposta sulle spese sostenute per realizzare gli interventi. Inoltre, finché non arriverà il Dpcm (per la cui emanazione non c’è scadenza) di dettaglio delle iniziative, resta bloccata anche la norma, introdotta dal decreto legge Sblocca Italia, che favorisce gli investimenti per la trasformazione in hotel fino al 40% della superficie di un condominio (i cosiddetti condo-hotel).

Aiuti per la casa
Ferme per ora anche le iniziative nel settore della casa previste dal piano casa Renzi e dal recente Sblocca Italia. I ministri delle Infrastrutture e dell’Economia, con loro decreti, devono definire le caratteristiche dei contratti sottoscritti da proprietari e inquilini che vogliono beneficiare delle agevolazioni fiscali, previste dal Dl 47/2014, per favorire l’acquisto di una casa dopo almeno sette anni di affitto. L’assenza di un decreto ministeriale congela anche gli investimenti dei privati intenzionati ad acquistare, avvalendosi di una deduzione dal reddito del 20% su un prezzo fino a 300 mila euro, un’abitazione da affittare per otto anni a canone concordato o comunque più basso di quello di mercato. In entrambi questi casi non è prevista scadenza per gli atti di attuazione.

Imu e cedolare secca
Anche il Cipe è in ritardo. Entro lo scorso 27 giugno avrebbe dovuto aggiornare la lista dei Comuni ad alta tensione abitativa dove applicare la cedolare secca con aliquota al 10% alle case affittate a canone concordato, come prevede il Dl 47/2014. Intanto, resta valido l’elenco del 2004. Devono ancora attendere, infine, i contribuenti che hanno versato erroneamente la quota statale dell’Imu: i Comuni non possono rimborsarla perché, a un anno dall’approvazione della norma che lo prevede, mancano le indicazioni ministeriali.

Le case nel labirinto dei prelievi locali

Le case nel labirinto dei prelievi locali

Raffaele Lungarella – Il Sole 24 Ore

Anche quest’anno i proprietari di immobili sono costretti ad aspettare l’autunno per sapere esattamente quanto pagheranno di imposte. Ma nelle prossime settimane potrebbero delinearsi anche diverse novità per il fisco immobiliare, destinate a riflettersi pure nel 2015.
Nel giro di dieci giorni i Comuni sono chiamati a deliberare le aliquote della nuova Tasi, l’imposta sui servizi comunali indivisibili che può colpire le prime case, ma anche – a scelta dei Comuni – tutti gli altri immobili (addossando all’inquilino, nel caso di fabbricati locati, una quota tra il 10 e il 30% del tributo).
Di fatto, poco meno di 2.200 Comuni su 8mila hanno deliberato le aliquote Tasi in tempo per il pagamento dell’acconto. Ora i Comuni ritardatari devono accelerare: entro il 10 settembre devono approvare e inviare le loro decisioni al sito internet del dipartimento delle Finanze, per consentirne la pubblicazione entro il 18 settembre e dare la possibilità ai contribuenti (che non l’hanno già fatto a giugno) di versare l’acconto entro il 16 ottobre. Il saldo, per tutti deve essere pagato entro il 16 dicembre. Termine entro il quale dovranno versare, in un’unica soluzione, l’imposta anche i contribuenti dei Comuni che continueranno a non deliberare: in questo caso per il calcolo si applicherà l’aliquota dell’1 per mille. Entro quella data dovrà essere versato anche il saldo dell’Imu (che si applica su tutti gli immobili diversi dalle abitazioni principali non di lusso).
Il prossimo 31 dicembre è una data importante per chi vuole ottenere il massimo vantaggio dai bonus sui lavori edilizi. Fino a quella data il l’ecobonus, relativo alle singole unità immobiliari, porta in dote una detrazione fiscale del 65% della spesa sostenuta; nel 2015 la percentuale passa al 50 per cento. Per le ristrutturazioni edilizie la detrazione passa dal 50% al 40 per cento. Attenzione, però: il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha annunciato che con la legge di stabilità per il 2015 si lavorerà per la proroga di entrambe le misure (in un primo tempo, invece, sembrava che la proroga del 65% potesse finire già nel pacchetto “sblocca-Italia”) .
Una spinta per rimettere in moto il mercato della casa è attesa anche dalle norme annunciate che permetteranno di portare in detrazione, per alcuni anni, una parte del prezzo di acquisto di una casa nuova o completamente ristrutturata a condizione che l’acquirente la affitti a canone concordato. Se funziona si dà una mano a smaltire lo stock di appartamenti invenduti accumulato con la crisi e si aumenta l’offerta di case in affitto a canone contenuto. Molto dipenderà però dalla formulazione finale del testo di legge, che dovrà passare attraverso la conversione del Parlamento.