Crisi e contagi
Venti sempre più forti di nuove grande tensioni sui mercati finanziarie. La grande incertezza non viene, come dicono alcuni, dal piccolo referendum italiano il cui esito influirà sui mercati rionali più che su quelli internazionali ma dall’altra sponda dell’Atlantico dove l’Amministrazione Trump ha in animo tagli al gettito fiscale pari al 4% del Pil e un programma di aumento della spesa pubblica per le infrastrutture americane di ben 550 miliardi di dollari. Anche se il Congresso modererà questi programmi e se lo stimolo di bilancio agevolerà la crescita USA, unitamente all’imminente svolta della Federal Reserve, è facile prevedere un forte aumento dei tassi interesse che attirerà lo scompiglio sui mercati mondiale ed europei anche in quanto i capitali (il flusso è già in atto) voleranno verso la sponda americana dell’Atlantico.
Come potrà contagiare i mercati mondiali ed europei? Krystina Ters e Jörg Urban (Banca dei Regolamenti Internazionali) se lo chiedono nel lavoro”The Transmission of Euro Area Sovereign Risk Contagion: Evidence from Intraday CDS and Bond Markets” (“La trasmissione del contagio del rischio sovrano nell’area dell’euro”), pubblicato nell’ultimo fascicolo del Financial Crisi E-Journal. La loro analisi riguarda i mercati obbligazionari e dei certificati di deposito come canale di trasmissione del contagio del rischio di credito nell’arco di tempo della crisi finanziaria.
L’analisi raffronta le transazioni quotidiane per Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna (Paesi considerati più fragili) con quelle di Francia e Germania. I risultati suggeriscono che, prima della crisi, nei mercati delle obbligazioni e dei certificati di deposito gli effetti erano simili nei due gruppi di Paesi. Durante la crisi, il ruolo dei mercati obbligazionari ha gradualmente perso importanza come canale di trasmissione. Durante la crisi c’è stata una fuga ‘verso la salvezza’, ossia flussi di dismissioni di obbligazioni dai Paesi ritenuti fragili, verso i titoli a reddito fisso tedeschi. Utilizzando nell’analisi uno shock esogeno prodotto da news giornalistiche (ossia informazioni di stampa sulla crisi nei singoli Paesi), il paper dimostra che, nell’arco di tempo della crisi, il rischio di credito sovrano non era correlato all’andamento di fondo dell’economia reale quanto dagli annunci in materia in materia di programmi di aggiustamento. Il rischio percepito diminuiva dopo tali annunci. Dopo la creazione nel 2011 dell’European Financial Stability Facility c’è stato una forte riduzione del contagio e un effetto stabilizzante anche nei mercati dei Paesi fragili.