Molto meglio aumentare i super ammortamenti
di Massimo Blasoni – Italia Oggi
Ridurre le tasse è ormai il mantra del programma elettorale di ogni partito. Un obiettivo ovviamente lodevole, quantunque non sempre siano esplicitamente evidenziate le coperture per la sua attuazione. Di più, se la ripresa del Paese non può che essere conseguenza dello sviluppo delle nostre aziende va condiviso l’obiettivo di agire innanzitutto sulle imprese. Negli Stati Uniti ad esempio Trump ha ridotto dal 35% al 21% la corporate tax e meglio ancora si è fatto nel Regno Unito dove da aprile 2017 si è abbassata l’imposta sul reddito d’impresa al 19%. Occorre però chiedersi se l’obiettivo di ridurre imposte e gabelle sulle imprese si possa conseguire anche indirettamente e promuovendo ancor più crescita e investimenti. Diciamolo semplicemente, ridurre l’Ires incrementando gli utili d’impresa non ha come conseguenza necessaria che quelle risorse vengano poi reinvestite in azienda o con altri acquisti. Non è improbabile che nel clima attuale, ancora di incertezza, la destinazione di parte rilevante di quegli importi potrebbe essere il risparmio. Quest’ultimo è virtuoso ma di certo non genera sviluppo. Secondo Banca d’Italia ci sono mille miliardi parcheggiati sui conti correnti degli italiani. Forse sarebbe meglio incrementare i super ammortamenti per gli investimenti fatti in azienda, allargando lo spettro di quelli attualmente ammessi.
La misura, parte del programma Industria 4.0, sta ottenendo importanti risultati ma potrebbe essere resa molto più vantaggiosa. Se si aumentano gli ammortamenti si riduce l’imposizione fiscale ma questo beneficio si ottiene solo a patto di investire con conseguenti sviluppo e innovazione. Un’ultima considerazione. L’edilizia in Italia è il comparto che più ha sofferto la crisi economica con una contrazione del 32% della produzione dal 2010 ad oggi. Consentire il super ammortamento anche degli investimenti in questo settore -quindi sull’acquisto di immobili- rappresenterebbe un eccezionale volano. Meno tasse sì, ma anche più investimenti.