Soltanto dal lavoro verrà la ripresa
Marco Fortis – Il Sole 24 Ore
L’Italia aspetta invano la ripresa da oltre due anni. Immancabilmente ogni trimestre è sembrato essere quello buono per la ripartenza ma le previsioni sono state sempre brutalmente smentite. Il Pil ha continuato a calare, affondato da consumi e investimenti, e fatica a ripartire. La principale ragione di ciò è che l’economia non invertirà la tendenza negativa fintanto che l’occupazione non ricomincerà a crescere. Allora, con la fine dell’agonia del mercato interno, ci sarà la svolta.
Da ottobre 2008 ad aprile 2014 gli occupati, secondo le serie destagionalizzate dell’Istat, sono diminuiti di oltre 1 milione e 100mila unità. Metà dei posti di lavoro persi hanno riguardato i giovani dai 15 ai 24 anni. Ma da aprile a settembre di quest’anno forse le cose stanno finalmente cambiando. Gli occupati totali sono cresciuti di 153mila unità, 82mila dei quali soltanto nell’ultimo mese, dopo la ripresa dalle ferie. Inoltre, la caduta degli occupati tra i giovani sembra essersi fermata.
Che cosa sta succedendo? Valutazioni più precise saranno possibili soltanto tra alcuni giorni quando l’Ista pubblicherà i dati trimestrali sull’occupazione aggiornati a settembre, con un elevato grado di dettaglio sia per macro-settori sia per macroaree geografiche. Per intanto, disponiamo delle rilevazioni Istat relative al secondo trimestre di quest’anno, che già indicavano linee di tendenza piuttosto chiare. Infatti, considerando le variazioni tendenziali, nel secondo trimestre 2014 si rilevava una crescita di 124mila addetti nell’industria in senso stretto rispetto al secondo trimestre 2013 e una crescita di 15mila addetti nell’agricoltura nello stesso periodo. Presentavano invece ancora cali tendenziali significativi i servizi (-92mila addetti) e le costruzioni (-61mila addetti). Se poi analizziamo le statistiche per aree geografiche, notiamo che nel secondo trimestre 2014 il Nord presentava già una modesta crescita degli occupati totali rispetto al secondo trimestre 2013 (+36mila), così come il Centro (+40mila), mentre risultava an cora in forte calo il Mezzogiorno (-90mila).
Da questi dati appare chiaro che l’occupazione italiana non si smuoverà stabilmente dal fossato in cui è sprofondata durante la crisi se non ricominceranno ad aumentare a livello nazionale gli addetti nei servizi e nelle costruzioni, o almeno in uno dei due comparti (fermo restando che industria e agricoltura mantengano i precedenti recuperi). A livello geografico serve invece che riparta l’occupazione nel Mezzogiorno, altrimenti il dato nazionale resterà zavorrato a dispetto dei miglioramenti nel Nord e nel Centro. Incrociando i segnali disaggregati dei dati trimestrali sull’occupazione italiana, fermi per ora a giugno con quelli mensili aggiornati a settembre, possiamo dedurre che qualcosa di positivo sta effettivamente accadendo. E cioè che dopo l’industria e l’agricoltura qualche altro macro-settore (i servizi? le costruzioni?) probabilmente si è ripreso nel terzo trimestre di quest’anno e che forse l’emorragia di posti di lavoro nel Mezzogiorno si è arrestata o è, quantomeno, diminuita.
Se queste impressioni dovessero essere convalidate dalle prossime rilevazioni trimestrali dell’Istat sull’occupazione aggiornate al terzo trimestre 2014, ne risulterà che finalmente l’attesa svolta dell’economia italiana è cominciata. A quel punto l’ attenzione si sposterà sui mesi a cavallo tra la fine di quest’anno e l’inizio dell’anno prossimo. Cruciale sarà il miglioramento del clima di fiducia di famiglie e imprese (con la stabilizzazione degli 80 euro in busta paga, il taglio della componente lavoro dell’Irap e gli incentivi fiscali sulle nuove assunzioni). E non secondario risulterà il prevedibile impatto positivo sul quarto trimestre 2014 e sul primo trimestre del 2015 degli investimenti in macchinari favoriti dalla nuova legge Sabatini. Se tutti gli ingranaggi fin qui inceppati (lavoro, consumi e investimenti) ricominceranno a muoversi nel modo giusto, forse il motore del nostro Pil riuscirà finalmente a scaricare un po’ di potenza sul circuito ad handicap della